Un potente attacco hacker contro il gruppo anti-spam Spamhaus, con effetti che secondo alcuni esperti si sono allargati attraverso la rete web in tutto il mondo, ha dato i suoi effetti nella giornata del 27 marzo. Comunque, l’organizzazione con base a Londra e Ginevra ha reso noto di essere bersaglio da metà marzo di un massiccio attacco Denial of service, metodo che sovraccarica intenzionalmente i server con false richieste, sino a renderli inutilizzabili.

Dunque, i server di Spamhaus, un servizio internazionale di filtraggio spam, sarebbe stato sotto un attacco Ddos (Distributed Denial of Service) da parte del Web host olandese Cyberbunker, accusato di essere il covo ideale per gli spammer.

Secondo quanto riportato da fonti come La Presse, e BBC, tutto ha inizio quando la Spamhaus, il cui obiettivo è quello di aiutare i provider a filtrare spam, inserisce Cyberbunker nella sua lista nera. Una decisione che gli olandesi criticano e da cui si difendono affermando di dare spazio sì a qualsiasi servizio, ma non a siti «pedopornografici e legati al terrorismo».

Dal bunker però non si sarebbero limitati a protestare, poichè il 19 marzo scorso Spamhaus viene colpita da un primo attacco DDoS, ossia un denial of service , attacco in cui si cerca di portare il funzionamento di un sistema informatico che fornisce un servizio al limite delle prestazioni facendolo cadere.

Da quel momento, Cyberbunker inizia a inondare i server di Spamhaus con migliaia di attacchi a catena. Il meccanismo? Colpisci una rete che a sua volta ne attacca un’altra. Uno degli attacchi hacker più massicci della storia, tanto che secondo Patrick Gilmore, della Akamai Technologies, gli effetti dell’attacco sarebbero stati percepiti da utenti internet in tutto il mondo.

Proprio lo scorso febbraio anche il social network più popolare, Facebook ha subito un attacco hacker.