Come molti ormai ben sanno, le nuove tecnologie di ricerca ed analisi dei dati, definite Big Data, nella recente storia del web hanno creato una rivoluzione nel modo di fare business, considerato che riescono a mettere a disposizione del management ‘informazioni di accesso’ in tempo reale, elaborandole dall’immensa quantità di dati che vengono prodotti dagli strumenti digitali che si utilizzano.

Ci sono voluti anni per far capire agli utenti quale sia la straordianaria valenza dei contenuti che vengono visualizzati sul web e adesso le tradizionali statistiche ed analisi di mercato stanno per diventare strumenti superati e sono destinati ad essere sostituiti da programmi in grado di gestire un’enorme mole di dati digitali organizzandoli per ottenere informazioni utili al business in modo praticamente immediato rispetto al momento di produzione del dato stesso.

Da dove vengono i dati? Secondo quanto riportato da Assodigitale.it, i dati che provengono dalla rete, dai social network, dai media, dai vari operatori dei diversi settori di mercato, nonchè, nello specifico settore bancario e finanziario, provengono dalle ‘tracce’ digitali lasciate dagli utenti ogni volta che operano online o presso gli sportelli, oppure effettuano un pagamento con stumenti elettronici e digitali.

Questi nuovi software possono essere utilizzati sfruttando le infrastrutture Cloud, avendo quindi accesso a risorse hardware in modo elastico e praticamente senza limiti, abbattendo anche sensibilmente i costi di reperimento delle informazioni. Vista la complessità delle implicazioni legali connesse a queste nuove tecnologie siamo davanti ad una di quelle occasioni in cui la funzione legale interna alle organizzazioni può proporsi per guidare un’innovazione gestionale offrendo soluzioni per aggiungere valore e creare reali vantaggi operativi alla propria azienda, superando in questo caso la funzione di controllo e compliance e diventando parte integrante del processo produttivo.

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