Dalle polemiche nate negli Stati Uniti dopo che sono circolate alcune notizie in merito al fatto che alcuni siti di commercio elettronico variano le condizioni commerciali a seconda del profilo dell’utente. Dunque, il prezzo di un determinato bene potrebbe variare in base alle circostanze personali dell’internauta o del luogo da cui naviga.
Prezzi diversi per utenti-compratori differenti? Stando a quanto riportato da Assodigitale, alcuni portali statunitensi di prenotazione alberghiera e turistica del gruppo Orbitz, avendo constatato che gli utenti che navigano da Mac spendono circa il 30% in più dei navigatori da semplice Computer, hanno testato un ordinamento dei risultati di ricerca su cui fare atterrare per primi che privilegia hotel e soluzioni turistiche ad un prezzo più alto.
Mentre possiamo dire che non è più una novità il fatto che Amazon offra sconti a chi compra dal suo sito, ma attraverso un accesso Price Check, la sua applicazione per gli smartphone che consente la scannerizzazione, in negozio, del codice a barre per poter comparare le condizioni praticate online sul sito Amazon.
I suddetti esempi di prezzi e agevolazioni per gli e-shoppers rendono più chiari i possibili vantaggi Dynamic Pricing e stanno sensibilizzando soprattutto il mondo del turismo dove le tecniche del revenue management da anni hanno creato pratiche come l’overbooking, l’early booking e il last minute.
Ma per i siti e-commerce c’è anche un tipo di approccio che può essere definito multicanale suggerisce infatti prezzi identici fra il canale fisico e quello digitale a patto che il sito sia pensato per raggiungere nuovi clienti in virtù di un’attività strategica di indicizzazione sui motori di ricerca, che il prezzo online non includa le spese di spedizione e che l’utente possa agevolmente ordinare il prodotto dal sito per poi ritirarlo sul punto vendita con casse dedicate e coupon aggiuntivi.
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