Il self-scanning rappresenta una delle punte più evolute e allo stesso tempo più ricche di prospettive: questa tecnologia ha trovato terreno fertile nel nostro Paese, tanto da portare l’Italia ai primissimi posti in Europa nella classifica di utilizzo e la sua diffusione è ormai trasversale tra i consumatori.

Alla principale motivazione che ha portato alla nascita dei dispositivi mobili per la spesa – il risparmio di tempo e la riduzione delle code in cassa – si sono progressivamente aggiunti altri elementi attinenti alla sfera della cosiddetta shopping experience che ne hanno rilanciato l’importanza strategica all’interno del pacchetto dei servizi offerti da un retailer.

Esperienza d’acquisto e contenuto di valore

Le implementazioni effettuate in questi anni hanno evidenziato un contenuto di valore nell’esperienza d’acquisto self-service da parte dei consumatori che non era valutabile in precedenza – afferma Fausto Caprini, amministratore delegato di Wincor Nixdorf Retail Consulting – Questo si associa ad un cambiamento generalizzato nella cultura dei consumatori, ormai abituati ad utilizzare cellulari e strumenti di mobilità quali palmari e iphone, i cosiddetti smart mobs.
I benefici conseguiti dai retailer che hanno puntato sul self-scanning sono importanti e dimostrabili, sia sotto il profilo dell’impatto sul conto economico degli store sia della fidelizzazione dei clienti. Il grado di accettazione di questo strumento presso i consumatori è tale che la sua eventuale non disponibilità -per qualsiasi motivo, tecnico od organizzativo- viene avvertita come un grave disservizio
”.

Tecnologia come ausilio e risorsa
Uno strumento entrato in molti casi nella dotazione standard del punto di vendita, ma che va gestito in modo adeguato dal punto di vista della comunicazione nello store e, soprattutto, dei contenuti da veicolare al consumatore.
Fonte – articolo di GDO WEEK