Secondo il Politecnico di Milano un italiano su 3 possiede uno smartphone ed è pronto ad usarlo lo shopping. Dall’acquisto dei biglietti di bus e treni, al pagamento di taxi e all’ingresso in cinema e teatri. Samsung Nexus S, il prossimo iPhone 5 e già alcuni cellulari Nokia sono pronti per le tecnologie NFC dedicate ai micropagamenti senza fili.

Ma il boom degli smartphone da usare come borsellino elettronico è previsto nei prossimi mesi.

Secondo l’indagine svolta dalla School of Management del Politecnico di Milano un italiano su 3 possiede uno smartphone ed è pronto ad usarlo per gli acquisti. I tassi di soddisfazione di chi già usa il cellulare per i pagamenti sono elevati. Lo shopping al cellulare spazia dall’acquisto dei biglietti di bus e treni, al pagamento di taxi e all’ingresso in cinema e teatri.

Il Mobile Proximity Payment in Italia è ai suoi primi passi e si sviluppano le prime iniziative di pagamenti senza fili (Contactless Payment) con 350.000 carte emesse e i circa 2.000 POS abilitati in poco più di un anno. In altri paesi europei come Francia e Spagna, invece, sono state avviate alcune sperimentazioni di Proximity Payment che già partono dal telefono cellulare.

Ci sono oltre 5 miliardi di dispositivi al mondo e in Italia il telefono cellulare raggiunge l’85% della popolazione italiana, con una penetrazione che è seconda solo a quella della Tv e ben superiore alle connessioni Internet, che coprono poco più della metà della popolazione italiana. L’evoluzione del device fa sì che il cellulare sia sempre più uno strumento interattivo e multimediale con molteplici potenzialità (1 italiano su 3 ha un telefono smartphone).

Personalizzazione, immediatezza, mobilità, interattività, localizzazione e comodità rendono il telefonino l’unico strumento “always on” e sempre in tasca.

Sono stati censiti 107 servizi di Mobile Payment in Italia nel 2010 rispetto ai 78 servizi disponibili nel 2009 – commenta Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatorio NFC & Mobile Payment della School of Management del Politecnico di Milano -. In generale, possiamo dire che il Mobile Remote Payment[3] in Italia cresce poco in termini di offerta – 65 servizi nel 2010, rispetto ai 63 del 2009 – e mancano ancora progetti a larga diffusione, comparabili con i migliori progetti a livello mondiale. Nonostante questa lenta crescita, il Mobile Remote Payment continua a rappresentare in Italia il paradigma maggiormente diffuso. La dimensione del mercato totale è di quasi 200 milioni di euro quasi totalmente rappresentata dal pagamento di ricariche telefoniche.

Le principali cause della limitata diffusione presso i consumatori sono, a nostro avviso, la mancanza di circolarità dei servizi, la complessità del processo di attivazione per l’utente e la ridotta attività promozionale. Cresce, invece, sensibilmente l’offerta di servizi di Mobile Commerce, passando da 12 servizi a 38. Per quel che riguarda i servizi di Mobile Money Transfer in Italia sono ancora poco sviluppati, diversamente da quanto accade a livello internazionale. Pur non esistendo ancora un’ampia offerta di Mobile Proximity Payment, – conclude Alessandro Perego – questo percorso appare ormai avviato e, pur con i tempi propri di un grande cambiamento di sistema, esso creerà la base infrastrutturale, e in un certo senso comportamentale, per la diffusione del Mobile Proximity Payment nel nostro Paese.”