Il wi-fi sta diventando un’esigenza di molti, non resta che renderlo pubblico. Il caso di Palermo.



Nell’ultimo periodo Palermo si sta attivando per ridurre il suo gap tecnologico rispetto ad altre realtà urbane mettendo a disposizione dei propri cittadini sempre più servizi, in un’ottica di vivibilità e libertà di azione a 360 gradi, perlomeno in aree pubbliche.



Qual è l’obiettivo?

Diventare una smart city, un luogo in cui cittadini e visitatori possano usufruire di libero accesso ad aree dedicate, geograficamente ma anche concettualmente. Mi spiego meglio: concentrare in un unico punto fisico spazi e servizi pubblici, per interagire al meglio con la città ed assecondare i nuovi ritmi di vita, che impongono operazioni sempre più numerose possibilmente da effettuare contemporaneamente (Il cosiddetto multitasking).



Cosa cambierà in pratica?

È al via una sperimentazione per introdurre il wi-fi nei punti di aggregazione cittadini, con particolare attenzione a zone pedonali, aree verdi e ricreative. Si partirà dal parco Ninni Cassarà ma l’amministrazione ambisce ad estendere il “parco digitale” fino a tutta l’area universitaria di Parco d’Orléans, quotidianamente frequentata dagli studenti e quindi ricca di potenziali utenti.

Connettersi sarà semplice: si procederà prima alla registrazione rivolgendosi al punto comunale di Villa Forni, una volta ottenuti username e password si potrà accedere alla rete con i propri dispositivi mobili e navigare gratis per un’ora continuativa al giorno.



Partnership

La sperimentazione è portata avanti grazie alla collaborazione con Fastweb, che ha inserito Palermo nella lista delle prime 20 città coinvolte dal piano per la banda ultra larga: un progetto che va a sommarsi agli hotspot già presenti nelle aree di maggiore afflusso cittadino (Villa Fiorita, anfiteatro, pista di pattinaggio e aree giochi) e che potrebbe accelerare sensibilmente i tempi dello sviluppo tecnologico territoriale.



Non ci siamo già visti?

Quella di coniugare aree verdi e hotspot è una strategia che sta già prendendo piede in Europa, soprattutto in Francia ed Inghilterra ma anche qui in Italia. Presenta diverse opportunità:

1. incontrare il target in un luogo in cui sia disposto ad intrattenersi a lungo e si senta mentalmente rilassato e sicuro;

2. acquisire un ampio bacino di utenza offrendo tecnologie di base che supportino sia attività legate a lavoro e studio sia al tempo libero;

3. sensibilizzare l’opinione pubblica verso una nuova tipologia di servizi messi a disposizione di tutti investendoli a livello valoriale di connotazioni positive grazie alla collocazione in punti percepiti come salubri all’interno della città.



Il progetto c’è, le buone intenzioni non mancano, per i risultati… Staremo a vedere.



(Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it)