Nei giorni scorsi l’assessore marchigiano alla cultura Marcolini ha annunciato due iniziative volte a ridare valore alle città con particolare attenzione al patrimonio culturale regionale attraverso carte elettroniche e wi-fi.

Le carte elettroniche, messe a disposizione di 20.000 dipendenti della Regione Marche, consisteranno in vere e proprie carte di credito che ad ogni transazione effettuata destineranno una piccola percentuale ad un fondo pubblico per la salvaguardia del patrimonio culturale e architettonico regionale.

Altro incentivo a preservare i centri storici delle Marche salvandoli dall’abbandono sarà la copertura wi-fi di 200 punti di interesse culturale, per un investimento complessivo di 1,3 milioni di euro.

Queste due azioni hanno anche delle evidenti ricadute economiche: nel primo caso per il fondo pubblico e la banca convenzionata alla carta, che verrà individuata tramite un bando; nel secondo caso per tutti gli esercizi commerciali che decideranno di adottare il wi-fi e, di conseguenza, per i centri storici, destinati altrimenti secondo l’assessore a diventare tanti “santuari impolverati”, quei punti cioè di interesse intellettuale per cui vengono stanziate cifre considerevoli, vengono ristrutturati e poi lasciati al proprio destino.

Tuttavia ciò che prevale, soprattutto per quanto riguarda il wi-fi, è la funzione di aggregatore sociale, di benefit che – si spera – possa attrarre anche un target più dinamico e giovanile alla scoperta di tanti piccoli borghi disseminati tra le colline e che meritano di continuare ad esistere al di là delle stagioni turistiche.

La raccolta di fondi, d’altro canto, collabora attivamente alla conservazione delle attrattive regionali, scongiurando l’aumento dei paesi fantasma (Quelli cioè abitati da pochissime persone quando non completamente abbandonati dai propri abitanti).

Carte elettroniche e wi-fi sono il mix perfetto per mantenere in buono stato strutture culturalmente rilevanti e aprire nuovi collegamenti, possibilità di comunicazione ma anche di guadagno per le attività locali. Ancora una volta, insomma, una significativa spinta al turismo viene dalla tecnologia.

(Fonte: www.anconatoday.it)