I negozi temporanei come nuova strategia di marketing per contrastare il momento difficile dell’economia: risparmio e creazione di un evento sono le leve che ne decretano il successo. Bauman ci aveva avvertito: le strutture sociali stanno diventando fluide, impalpabili.

Tutto si fa più rapido, si dissolve e ricostruisce da un giorno all’altro. Ogni sistema risente di questo mutamento sociale: anche l’economia – in tutte le sue forme – rispecchia questa propensione alla fluidità. E’ in questo contesto sfuggente che il mercato cambia forma, si adatta alle nuove regole e diventa momentaneo, transitorio, temporary, per l’appunto.

Il fenomeno dei temporary shop ha fatto la sua comparsa in Italia ormai da diversi anni ed è, forse, l’espressione più immediata dell’economia, poiché rende reale e visibile l’aspetto provvisorio e precario del  mercato.

La novità c’è, la convenienza anche. La combinazione sembra essere ancora più vincente se si pensa al contesto economico di crisi che c’è dietro a questa nuova tendenza. Il risparmio è senza dubbio il principale segreto del successo di questo nuovo modo di fare economia ma non è l’unica componente. Secondo gli uomini del marketing che ne tessono le lodi, infatti, il punto forza di questa nuova tendenza sarebbe la sensazione percepita, varcando la soglia di questi negozi a tempo, di partecipazione a un vero e proprio evento.

Ma cos’è un temporary shop?
Retailforum ci da una definizione:

I temporary shop (qui il post dedicato al network di temporary shop) sono i negozi che vengono aperti per un periodo limitato e che offrono prodotti specifici.

Negli Stati Uniti, è una tendenza già collaudata. Li chiamano pop-up shops: aprono per poche settimane e  per lo più, nascono nei periodi di festa, come Halloween o Natale.

E così proprio in occasione delle festività la casa d’aste on line più famosa al mondo ha annunciato l’intenzione di aprire punti vendita di telefonia  mobile in 12 paesi.

La convenienza sembra essere l’arma del successo. Inevitabile, a questo punto, il parallelismo con la già affermata tendenza degli outlet. Shoppingnotizie ci spiega perché i temporary shop vincono la sfida:

Sono meglio di un’outlet?

Rispetto agli outlet tradizionali, i temporary shop hanno degli sconti che si aggirano intorno al 50 – 70% ed hanno un nuovo vantaggio: le collezioni di abbigliamento non sono vecchie o di seconda mano ma sono quelle attuali. Quindi nessun difetto di fabbrica nei temporary shop, qui trovi gli stessi abiti di una boutique solo che sono in misura minore e che possono finire nel giro di un giorno o di una settimana.

E’ difficile anche capire dove si trovano i temporary shop visto che possono apparire all’improvviso in una strada della città anche se ultimamente viene fatto un marketing in preavviso. La città che ne conta di più in Italia è Milano per le altre ci sono pochi temporary shop. Ma la moda e il trend è in espansione e tutto da scoprire.

I consumatori più attenti si sono subito soffermati sui rischi che si potrebbero correre acquistando in un temporary shop. Dal momento che questi negozi hanno vita breve, come ci viene garantito il servizio di post vendita?

Info2015expo mette in luce i consigli provenienti da Adiconsum a riguardo:

Il vantaggio di questi esercizi, lo si evince dalla loro convenienza economica: colpire in un preciso momento dell’anno in una posizione strategica, senza doversi sobbarcare le spese fisse di un affitto e di personale per dodici mesi.

In Usa chiudono dopo una o due settimane al massimo, per permettere di lanciare e testare il successo di un nuovo prodotto o di comunicare il marchio.

Da noi, la durata del loro esercizio, si spalma in uno spazio temporale di circa tre mesi.

Il quesito che ci poniamo però, è quello di come poterci garantire il servizio di post vendita, in caso di contenzioso, dal momento in cui il negozio stesso cesserà di esistere.

Lo spunto, ci viene indotto da Adiconsum, ma soprattutto dai consigli che l’associazione fornisce al consumatore.

In proposito, è bene controllare la presenza, chiara e nitida, di una data di chiusura del negozio e risulta più sicuro, affidarsi  ai marchi ad alle insegne chiare ed ufficiali.

Se infine si ha la percezione di essere stati truffati con un capo venduto in liquidazione in vista di una imminente chiusura , che a posteriori non avviene, o che il negoziante di turno stia effettuando vendite promozionali fuori periodo, è possibile effettuare una segnalazione presso la polizia annonaria, che può anche chiudere il punto vendita o denunciare per falso.

I diritti del cliente sulla merce acquistata, sono gli stessi dei normali negozi, in termini di garanzie, sicurezza, durata e qualità del prodotto.

Se il negozio temporary ha già chiuso, e sapere su chi rivalersi, è necessario informarsi su chi era il titolare dell’attività di vendita (il marchio o dettagliante venditore), verificando lo scontrino di acquisto e facendo una visura semplice presso la Camera di Commercio.

Ma andiamo più nel particolare. Mondoviaggi ci descrive Viviani Eventi Temporary Shop, il primo negozio monomarca a tempo nato nella città di Napoli. Interessante notare come anche la superficie stessa dell’edificio risente della fluidità. Le pareti sembrano potersi trasformare per ogni diversa esigenza e tutto all’interno è mutabile:

uno spazio modulabile in continuo cambiamento dove si alternano brand e prodotti a tempo determinato, da una settimana a pochi mesi. Una nuova forma di comunicazione, uno strumento di marketing innovativo più moderno ed efficace di una campagna pubblicitaria, pensato per testare il mercato e lanciare un nuovo prodotto o servizio abbattendo costi e investimenti.

Il temporary shop (ovvero negozio temporaneo) è infatti meno impegnativo di un vero negozio, gioca sull’effetto sorpresa e ha una scadenza, spesso segnata da un contatore ben evidente all’interno dello spazio che segna il tempo che manca alla chiusura.

Lo spazio di Viviani Eventi ® Temporary Shop si articola su 2 livelli per una superficie totale di 160 mq. La location è la strategica piazza Fuga, nel cuore del Vomero più elegante, di fronte alla Funicolare Centrale che ogni giorno registra un transito di più di 28 mila persone. La scelta accuratamente neutra e volutamente minimal dei materiali e il soffitto a volte delle gallerie del piano inferiore consentono un gran numero di giochi espositivi e d’effetto per consentire la totale personalizzazione dello spazio con il brand del momento.

Viviani Eventi ® Temporary Shop importa a Napoli questa nuova tendenza con l’obiettivo di offrire un nuovo strumento di marketing in grado di intercettare atteggiamenti di consumo e trovare forme di comunicazione alternative per le aziende.

Sono in molti a sottolineare la strategia di marketing che c’è dietro a questa nuova tendenza. La temporaneità che caratterizza i temporary shop permette infatti di testare in breve tempo l’impatto di un nuovo prodotto immesso sul mercato, ammortizzando i rischi economici. Il tutto, come sottolinea Tecnofollia, si sviluppa sfruttando la suggestione emozionale creata dal contesto stesso:

Lo scopo principale  non è più solamente quello di fidelizzare, bensì di far partecipare i clienti ad un evento, farli sentire parte di qualcosa di speciale ed unico. In Italia i primi sono stati Barilla con la nuova linea, Fiat, con la nuova 500, poi Nivea, Levis ed altri.

Gli psicologi dicono che il punto di forza che spinge questi store momentanei ad avere così grande successo è il meccanismo che inducono nei clienti, ossia una forma d’ansia che spinge le persone ad andare al Temporary shop, anche solo per dire” io ci sono stato” .

Io spero non sia l’ansia a spingere le persone a recarsi in questi store anche perché lascerebbe nei clienti/frequentatori un brutto ricordo dell’esperienza che dovrebbe essere invece un qualcosa di straordinario e ricercato e dovrebbe lasciare un feedback assolutamente positivo.

Concludendo, questa, relativamente nuova tendenza, è sicuramente uno strumento di comunicazione e marketing in più per le aziende, anche se proprio per la durata i Temporary shop devono essere allestiti alla perfezione e studiati nei minimi particolari, dall’aspetto visual  al fattore emozionale, ed elemento non meno importante da prendere in considerazione è la sponsorizzazione dell’evento.

La fluidità economica ha colpito anche il Web che ha visto il proliferare di numerosissimi web temporary shop. Il meccanismo è lo stesso, cambia solamente l’ambientazione.

ci descrive la risposta cibernetica alla crisi economica:

C’è aria di crisi, le aziende si industriano per trovare soluzioni distributive più efficienti. Esattamente un anno dopo ecco la risposta Web alle esigenze di flessibilità da parte delle aziende e di risparmio da parte dei consumatori.

http://www.webtemporaryshop.com/ è un canale e-commerce che da agli utenti l’opportunità di fare acquisti sfruttando la logica alla base del “tradizionale” Temporary Shop.

Come funziona e i vantaggi per l’utente. Vengono proposti prodotti di elevata qualità (materiali e design), disponibili per periodi brevi e in quantitativi limitati (in genere a prezzi realmente vantaggiosi).

Ogni giorno un prodotto nuovo viene anticipato da un post sul blog http://blog.webtemporaryshop.com che annuncia l’uscita del giorno seguente. In questo modo è possibile sapere se ci sarà qualcosa di interessante per poter pianificare il proprio acquisto senza correre il rischio di arrivare a prodotto esaurito.

Per le aziende l’opportunità di testare i nuovi prodotti sul web prim’ancora di procedere alla distribuzione sui canali tradizionali; usare il temporary shop come leva promozionale per spingere i nuovi lanci o fare campagne di comunicazione in anteprima nazionale, a costi – si legge nel comunicato dell’azienda – “irrisori”; conoscere meglio i propri acquirenti.

Un’iniziativa che si basa sul modello economico della “coda lunga”, quindi non a un pubblico ma a tanti pubblici di nicchia.  Dal momento che l’e-commerce sta definitivamente prendendo piede in Italia, mi sembra un’iniziativa con buone possibilità di riuscita.

In una società liquida, in cui il mercato fatica a rincorrere il veloce mutamento sociale, i temporary shop rappresentano il giusto compromesso tra crisi, strategia di marketing e moda.