Proprio in questi giorni le scuole riaprono i battenti… Ma qual è la loro situazione a livello tecnologico? Sono in grado di offrire strumenti adeguati agli studenti figli dell’era digitale?

Skuola.net  ha condotto un’indagine sullo stato delle scuole medie e superiori in riferimento all’anno scolastico 2011/2012 esaminando i supporti informatici presenti ed effettivamente sfruttati, concentrandosi su alcuni indicatori: aule informatiche, lavagne interattive multimediali, wi-fi, tessere magnetiche di riconoscimento.

Per le superiori la situazione è leggermente migliore, anche se non certamente soddisfacente:

– quasi tutti gli istituti hanno un’aula informatica, ma 1 studente su 3 ha dichiarato di non utilizzarla; dei restanti 2 meno di 1 riesce ad accedervi con cadenza settimanale;

– anche se non ha ancora completamente soppiantato il registro cartaceo, il badge (La tessera magnetica di riconoscimento) viene consegnato gratuitamente alla maggior parte degli studenti dalla struttura scolastica.

Ecco i dati relativi alle medie:

– ci sono meno aule computer (Il 5% delle scuole ne è sprovvisto mentre per gli istituti superiori si arriva ad un massimo del 3%) e quasi la metà degli studenti intervistati dichiara di non utilizzarle affatto pur avendole a disposizione (4 su 10); tuttavia i restanti 6 possono accedervi più spesso, forse perché nel piano di studi ci sono meno ore specifiche dedicate all’informatica rispetto alle superiori e quindi meno prenotazioni da parte dei professori.

– La LIM (La lavagna interattiva multimediale) è più diffusa rispetto alle superiori, anche se la copertura complessiva in Italia è del 50%;

il badge riscuote uno scarsissimo successo, forse per via dell’età degli studenti o per la loro minore tendenza a marinare: solo 4 studenti su 100 ne possiedono uno.

Per il wi-fi il discorso è unico e inequivocabile: il precedente governo aveva previsto per il 2012 la copertura totale degli istituti didattici. La realtà è molto diversa: solo 3 studenti su 10 possono navigare liberamente in rete, nemmeno la metà, e non a causa di un qualche divieto ma perché la scuola ne è sprovvista a livello infrastutturale.

Una mancanza ancora più pesante se pensiamo che in alcuni istituti degli investitori privati stanno finanziando progetti finalizzati alla digitalizzazione dell’insegnamento per abbassare le spese sostenute dalle famiglie per l’acquisto dei libri: un caso eclatante è il progetto “Tablet in spalla”, che permetterà agli alunni delle classi prime di 3 scuole medie nel Lucchese di acquistare le licenze dei testi scolastici direttamente in rete piuttosto che la loro versione cartacea, con un risparmio che si aggira attorno al 40%.

Nell’esempio specifico tablet e copertura wi-fi sono stati donati dalla Gesam Gas, società che – in netta controtendenza con l’attuale regime di austerity –  ha creduto nell’importanza di sviluppare conoscenze e creatività dei singoli individui all’interno del contesto scolastico in modo nuovo e al passo con i tempi.

Avere già a disposizione una rete wi-fi (Non mi spingo fino ai tablet perché costerebbero sicuramente troppo nell’ottica attuale di tagli a tutto il settore pubblico) faciliterebbe lo sviluppo di progetti simili, oppure si potrebbe pensare di estendere la pratica di acquisto delle licenze a fronte di un investimento iniziale da parte delle famiglie per un tablet, che entrerebbe a far parte del cosiddetto “corredo scolastico” (E forse si abbasserebbe anche di prezzo).

Sono nel campo della fantascienza, me ne rendo conto. Ma non si può negare alle nuove generazioni la possibilità di crescere ed apprendere grazie ad un linguaggio che è per loro già familiare sin dai primi anni di vita; strumenti che potrebbero garantire ai docenti una fonte inesauribile di materiale didattico e infine un’alternativa economica per alleggerire il bilancio familiare.