La rete wi-fi dell’Università di Pisa con i suoi 211 punti d’accesso e ben 70.000 utenti ha già raggiunto traguardi soddisfacenti. E cosa si può fare quando una cosa va bene? Cercare di migliorarla!

La rete wi-fi accademica è il frutto di più interventi integrati tra loro per offrire agli studenti, al personale, ai docenti e a chiunque altro frequenti l’Università una copertura di rete sufficientemente ampia, un supporto tecnologico funzionale allo scambio di informazioni; insomma, una rete degna di essere chiamata tale.

 

Cosa va bene

Il nucleo iniziale era cablato, mentre l’estensione è avvenuta grazie all’introduzione di nuovi punti di accesso wireless; le aree interessate da questa seconda fase rientrano in due progetti:

– “Internet in Giardino”, che ha portato la connessione in giardini e cortili di tutte le facoltà, l’orto botanico e il CUS;

– “Campus Wi-Fi”, con la copertura delle zone limitrofe alle varie facoltà (Piazze e strade di raccordo ma anche sale lettura, biblioteche, mense, piste ciclabili e zone pedonali).

Punti molto frequentati dagli studenti, come avviene in qualsiasi cittadina che ospiti un polo universitario così articolato (Dal punto di vista dell’offerta formativa) e suddiviso in più edifici (Da quello strutturale); in contesti come questi spostarsi più volte al giorno – per motivi didattici o interazioni sociali spontanee – diventa una consuetudine ed è importante avere un supporto che accompagni l’utente fornendogli lo stesso tipo di prestazione a prescindere dal posto in cui si trova

I picchi massimi di attività registrati sono stati di 2.700 connessioni in contemporanea; un bel dato se si pensa che la rete è privata, accessibile solo mediante registrazione ed autenticazione con le credenziali di Ateneo, quindi limitata ad effettivi utenti e collaboratori del sistema Università.

La velocità di trasmissione dei dati arriva fino a 300Mb al secondo e il 50% del sistema applica la tecnologia “clean air”, che monitora le principali fonti di interferenza della connessione wi-fi (Dispositivi audiovisivi senza fili, microonde, Bluetooth) gestendo contemporaneamente il flusso di attività degli utenti in rete ottimizzandolo in base alla capacità della banda in un dato momento.

 

Come si migliorerà

In linea di massima le migliorie possono sempre seguire due percorsi, quello quantitativo e quello qualitativo. Nel caso dell’Università di Pisa l’obiettivo è quello di portarli avanti entrambi:

quantitativamente si prevede di toccare quota 300 punti di accesso entro la fine dell’anno;

qualitativamente, oltre al vantaggio di una copertura sempre più capillare, si lavorerà per ampliare i servizi a disposizione degli utenti sfruttando proprio la natura wireless della rete: prima tra tutti la raccolta di dati per il monitoraggio ambientale, attività che rientra nel progetto “Smart Cities e Communities”, orientato a risolvere problemi urbani e metropolitani grazie a “tecnologie, applicazioni e modelli di integrazione e inclusione”; inoltre si andrà verso il potenziamento dei sistemi di comunicazione SIP, quelli cioè che consentono di comunicare vocalmente attraverso il wi-fi.

 

Quand’è allora che una rete wi-fi è efficiente?

Quando non è rigida o circoscritta ad uno spazio fisico (Come potrebbero essere le 110 strutture che ospitano l’Università di Pisa) abbandonando l’utente a se stesso non appena se ne allontana o nelle zone di passaggio ma sa invece capire quali possono essere le sue esigenze, immaginarne i percorsi e intervenenire sugli stessi creando una rete che lo supporti in ambienti e situazioni diversi ma tutti collegati alla sua appartenenza ad un dato sistema. Quando è strutturalmente pensata per poter essere ampliata e sa volgere le sue potenzialità al raggiungimento di più obiettivi anche non strettamente legati tra di loro ma che possono contribuire alla crescita di un’intera comunità.

 

 (Fonti: unipi.it, lanazione.it, stampatoscana.it)