La mobile ‘re-evolution’ delle App è una rivoluzione anche per il marketing, ma mancano ancora le competenze. Il mercato promette molto, sarà maturo quando si muoveranno le banche con i sistemi di pagamento mobile. Intanto il semplice advertising via SMS guadagna ancora terreno. 

In occasione del Convegno “Mobile Marketing & Service: una App non fa primavera”,  l’Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano presenta i risultati di una ricerca su come i sistemi mobile stiano cambiando i paradigmi di interazione tra aziende e clienti in un contesto, quello italiano, in cui il 35 % della popolazione è già dotata di smartphone, lo usa come vera e propria ‘estensione del proprio corpo’, e lo preferisce al semplice telefonino.

La ricerca riguarda 200 casi di studio e ha coinvolto sia marketing manager che navigatori mobili (con oltre 1.000 interviste).

Filippo Renga, Responsabile Ricerca Osservatori Mobile Consumer del Politecnico di Milano, e Andrea Boaretto, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Mobile Marketing & Service, snocciolano considerazioni e cifre.

Esordisce Renga: “Quello del mobile advertising e dei servizi è un mercato promettente per le aziende, considerato che tra le prime 100, nella classifica di chi spende di più in advertising, ben 41 hanno già sviluppato almeno una App per il mobile, per iniziare a soddisfare il bisogno di servizi e informazioni del pubblico. Nel complesso l’advertising mobile all’italiana nel 2010 è cresciuto del 15% rispetto al 2009 con investimenti pari a 38 milioni di euro, una quota che però rappresenta solo lo 0,5% dell’investimento complessivo sui media”.

Si tratta di una vera e propria ‘re-evolution’, perché sta cambiando il modo della gente di rapportarsi con lo smartphone, ma è vero che siamo solo agli inizi: l’advertising mobile si prepara ad aggredire le quote degli investimenti Tv, ma intanto deve fare i conti con la carenza di competenze in tutta la filiera.

Per ora quello del mobile advertising è un fenomeno che fa solo il solletico allo strapotere televisivo, considerato che su 10.000 aziende inserzioniste per la Tv, sono solo 500-1.000 quelle già operative nell’advertising mobile. Prosegue Renga:

Il canale del mobile marketing ha caratteristiche e problemi propri, che differiscono certo da quelli tipici del mezzo televisivo, ma anche da quelli dell’advertising sul Web ed è un vero errore non tenerne conto: le piattaforme OS mobile sono molto diversificate e arrivano a incidere anche sulla tipologia di design delle App (tanto che meno del 10% delle aziende ragiona già in un’ottica multipiattaforma) e purtroppo mancano ancora competenze adeguate nelle aziende (lo dichiara il 60% dei manager), ma anche nel resto della filiera – centri media compresi – anche per quanto riguarda i sistemi di misurazione di risultati e performance“.