È ufficiale: l’iPad non è un gadget, ma un dispositivo mobile ad alto potenziale, come ha dimostrato l’Ospedale di Niguarda di Milano, che con i-Clinic ha avviato una sperimentazione che utilizza i tablet di Cupertino per leggere le cartelle cliniche in modalità touchscreen.E questa non è l’unica innovazione dell’Ospedale milanese: per le visite a distanza, infatti, è stato avviato Healthpresence, un pilot che prevede di monitorare un campione di 80 pazienti.

I due progetti rientrano in un programma che vede, tra i partner coinvolti, la Regione Lombardia, Cisco System, Fastweb, Telecom Italia, Connexxa e Agfa.

Rispetto all’Europa abbiamo anticipato tutti – ha spiegato Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia – perché abbiamo intuito le potenzialità delle nuove tecnologie, costruendo un’alleanza pubblico-privato, per raccogliere gli investimenti necessari”.

L’obiettivo? Promuovere anche nel nostro Paese un sistema di e-government applicato alla sanità e alla salute o, per usare il nuovo neologismo degli addetti al settore: fare e-Health, attraverso il supporto di strumenti informatici di ultima generazione, personale specializzato e nuove tecniche di comunicazione medico-paziente.

i-Clinic e Healthpresence sono iniziative innovative e complesse – ha proseguito Formigoni – che nascono in un grande ospedale pubblico come Niguarda e che comportano vantaggi in termini di maggiore appropriatezza delle cure. L’e-health è una realtà consolidata in Lombardia. A dimostrarlo, i numeri del Sistema informativo socio-sanitario lombardo (Siss): 5,8 milioni di fascicoli sanitari elettronici già attivi, più di 14 milioni di documenti clinici elettronici pubblicati nel 2010 con firma digitale (+19% rispetto al 2009), 75 milioni di prescrizioni online. Il sistema collega in rete, con una copertura ormai pari al 100%, quasi 10 milioni di cittadini, circa 8mila medici di medicina generale e pediatri di famiglia, 2.600 farmacie, 150mila operatori socio-sanitari, 35 aziende ospedaliere, 15 Asl, 2.500 enti sanitari privati. In questo scenario la parola d’ordine è integrazione. Proprio in questa ottica nasce il progetto i-Clinic“.

Ma guardiamo più in dettaglio i due progetti.

Per il progetto iClinic il Pirellone ha messo sul piatto 650 mila euro, coprendo gran parte del costo complessivo che sfiora quota 950 mila euro. Partner del progetto sono Telecom Italia e Connexxa. Integrando il Portale Clinico (cartella elettronica di Niguarda) all’iPad, i-Clinic permette al medico di accedere al letto del paziente e in totale mobilità, per assolvere tutti i processi assistenziali necessari potendo usufruire di uno schermo ad alta risoluzione integrato in un dispostivio che pesa solo 700 grammi. L’attenzione è particolarmente rivolta all’uso del diario clinico durante il giro visite. Grazie allo sviluppo di una nuova intelligence applicativa, i-Clinic permette la visualizzazione di dati clinici che, insieme alla semplicità dell’utilizzo in modalità touchscreen, e a un elevato grado di sicurezza, grazie all’utilizzo della tecnologia Rfid, rende la soluzione uno strumento essenziale nell’operatività quotidiana del personale medico e infermieristico.

Il progetto prevede inoltre la sinergia fra Agfa e Connexxa per un’attività di ricerca sull’integrazione dell’utilizzo delle immagini Dicom ad alta definizione.

Nella prima fase della sperimentazione – ha precisato Carlo Nicora, direttore sanitario dell’Ospedale Niguarda – il personale testerà 5 iPad per valutare eventuali aggiustamenti. È prevista una seconda fase in cui l’esperienza sarà estesa a tutta la parte già completata del nuovo Niguarda, il Blocco Sud. Qui con 70 iPad si gestiranno le cartelle cliniche per oltre 450 posti letto. In seguito ci sarà rilascio definitivo a tutta la realtà ospedaliera, per un totale di 150 iPad di supporto”.

Healthpresence, invece, è una sperimentazione nata da un accordo siglato dal direttore generale del Niguarda, Pasquale Cannatelli, e dall’amministratore delegato di Cisco Italy, David Bevilacqua. Il sistema favorisce la prevenzione e che permette a un medico di visitare un paziente a distanza grazie a un sistema di videoconferenza ad alta definizione.

I primi a testarlo saranno 80 lavoratori di Cisco, per quello che è il primo progetto in Europa di prevenzione da remoto per i dipendenti di un’azienda. I volontari saranno sottoposti a un elettrocardiogramma, all’auscultazione di cuore e polmoni e a una visita cardiologica completa, per valutare possibili rischi. In azienda è allestita una sala visita con un infermiere, mentre dal Niguarda sarà collegato in videoconferenza un medico cardiologo.Il medico, da una postazione hi-tech con maxi schermo ad alta definizione, telefono, computer, casse, stampante, seduto alla scrivania, ausculta il torace di un paziente che si trova in ufficio a una ventina di chilometri di distanza, sente il battito del suo cuore direttamente in cuffia, gli misura la pressione, arteriosa, legge il suo elettrocardiogramma. E in pochi secondi nelle sue mani ci sono tutti i dati clinici rilevati in tempo reale. Sempre a distanza avverrà anche la refertazione, che saranno inviati a Cisco entro tre giorni.

Con la visita a distanza dei pazienti – ha commentato Formigoni – potremo allargare la prevenzione. Questa è la nuova frontiera della medicina che permetterà di curare meglio i cittadini e anche di risparmiare risorse”..

“Il malato cronico – ha aggiunto Luciano Bresciani, assessore regionale alla Sanità – può essere monitorato rimanendo a casa sua, con i suoi affetti. Si potrà così cercare di impedire che abbia delle fasi di acuzie, con necessità di ricovero ospedaliero. Una volta sperimentate, queste tecnologie potranno essere estese all’intero sistema. Una medicina territoriale fatta con queste metodologie permette risparmi di tempi e di costi. La partnership con l’industria ci permette di essere protagonisti dello sviluppo tecnologico. Finalmente con queste alleanze il sistema sanitario non è solo un costo ma anche una leva di sviluppo, di aumento di posti di lavoro e di Pil”.

I due progetti confermano come tecnologie considerate dei derivati dell’entertainment siamo invece strumenti strategici per lo sviluppo di servizi primari.

Ricordiamo che a giungo, al reparto Malattie Infettive dell’Ospedale San Gerardo di Monza diretto da Andrea Gori era stata avviata una sperimentazione analoga che ha previsto l’utilizzo di 6 iPad, tutti collegati tra loro mediante una rete Wi-Fi protetta, per coprire le esigenze di prescrizione e somministrazione delle terapie farmacologiche in day hospital. Il nome dell’applicazone in questo caso è iTherapy, sviluppata con la collaborazione di Auxilia Group, società specializzata nel software medicale.

Lo sviluppo di una applicazione dedicata – ha spiegato Max Uggieri, coordinatore del progetto – permette di sfruttare tutte le potenzialità dell’ iPad, senza incorrere nelle limitazioni imposte dalla strada più facile di sviluppo applicativo, ovvero la semplice migrazione di applicazioni preesistenti in modalità “web-app”. Le modalità di sviluppo prescelte infatti consentiranno successivi sviluppi dell’applicazione, estendendola ad ulteriori aree sanitarie, integrandola con archivi, cartelle cliniche preesistenti ed apparecchiature elettromedicali”.

La radiofrequenza, il wireless e la mobility, in generale, stanno dimostrando una convergenza che porta una costante innovazione. E quando parliamo di iPhone o di iPad, non è per seguire l’onda del trend ma perché siamo convinti che saranno i vettori di un nuovo sviluppo industriale in cui l’Rfid sarà parte integrante.