Migliorare l’esperienza d’acquisto dei consumatori attraverso servizi ibridi, che uniscano la comodità dello shopping virtuale al lato umano del punto vendita fisico. È quanto accade da John Lewis, catena di grandi magazzini molto amata nel Regno Unito, che nel suo department store in Oxford Street (La via dello shopping londinese per eccellenza) ha da poco introdotto nel reparto abbigliamento degli specchi con telecamere integrate 3D.

Queste hanno la particolarità di rilevare le fattezze dei clienti e di proiettare sulla loro immagine riflessa i capi preferiti; basta muovere le mani per passare da uno stile all’altro o cambiare colore ai vestiti, senza alcun bisogno di spogliarsi e rivestirsi.

Azioni virtuali all’interno di un negozio per aiutare il cliente nella scelta precedente all’acquisto: sembrerebbe un controsenso. Non sono già sufficienti le possibilità offerte dall’e-commerce? E per i consigli non ci si può continuare a rivolgere al personale? A che serve snaturare il punto vendita offline che proprio nell’essere fisico trova il suo punto di forza? La risposta è semplice:

Non si tratta di un servizio sostitutivo rispetto alla classica prova in camerino, è semplicemente più tecnologico e divertente; un modo per stabilire un contatto ancora più diretto e personalizzato con il pubblico rispetto alle tradizionali forme di Digital Signage.

Uno strumento che dà alla tecnologia un volto che più umano non si può: quello del cliente stesso.