IDC segnala contestualmente che i pc non sono alla fine della loro era: nonostante le vendite degli smartphone e Tablet, le vendite dei computer continueranno comunque ad aumentare, anche se non saranno più le piattaforme d’elezione per molte attività, fra cui la navigazione in Internet.
I dati di IDC non stupiscono: sentori di questa tendenza c’erano già stati leggendo i report di vendita dei maggiori produttori di pc (AMD vende meno CPU e rivede le stime, come Intel), mentre altri stanno già guardando con interesse il nuovo settore (Intel incassa 3 miliardi di utile, e ora i tablet PC).
Secondo i dati di IDC, quest’anno le consegne globali di smartphone, Tablet e dell’iPad (iPad 2, ecco le cinque novità che potrebbe avere), che come sempre costituisce una categoria a sé stante, raggiungeranno quota 284 milioni. Nel 2011, tuttavia, arriveranno a 377 milioni, per poi toccare i 462 milioni nel 2012. Per quanto riguarda i pc, invece, quest’anno ne verranno venduti complessivamente 356 milioni, che saliranno a 402 milioni nel 2011 e a 448 milioni nel 2012.
Frank Gens, capo analista di IDC, ha precisato nella sua analisi che smartphone e Tablet non sostituiranno i computer “vecchio stile”, si limiteranno ad affiancarli espandendo ulteriormente il mercato. Non solo: secondo Gens, il percorso che stanno seguendo Tablet e smartphone è lo stesso che percorsero negli anni 80 i computer da tavolo. In particolare, il personal computer di IBM fu creato nel 1981, ma il suo successo di vendita iniziò nel 1986, ossia nell’anno in cui Microsoft creò Windows e avviò l’offerta in larga scala dei pc con prezzi alla portata di tutti.
Oggi le aziende stanno facendo acquisizioni e alleanze per assicurarsi il coinvolgimento nel nuovo settore Mobile emergente, dal quale non è più possibile restare estranei.
Sempre secondo il rapporto pubblicato da IDC, a livello mondiale la previsione di spesa per l’IT crescerà del 5,7% nel 2011, raggiungendo una quota di 1,6 trilioni di dollari. A riguardo Gens ha tuttavia precisato che il dato non è definitivo, perché la crisi economica che sta affliggendo l’Europa e il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti potrebbe ridimensionare questi numeri.