“Gli smartphone ci stanno castrando. Tutti quanti, non importa se uomini o donne”. Questo commento non arriva da una persona qualunque che ripudia la tecnologia, bensì da Sergey Brin, meglio noto come il patron dell’impero di Google, che tra l’altro sta facendo vagonate di milioni di dollari con il suo Android, il sistema operativo dell’azienda di Mountain View per gli smartphone.
L’affermazione sembra piuttosto bizarrra, soprattutto se si considera che Android è il sistema operativo più diffuso, posizionandosi al 75% del mercato globale, conquista che ha permesso a Samsung di diventare il primo costruttore di cellulari al mondo.
Ma l’affermazione di Brin va comunque letta secondo una doppia chiave di lettura: infatti, solo qualche giorno fa è stata annunciata l’uscita dei Google Glass, gli occhiali per la realtà aumentata. Dunque, secondo Sergei Brin ‘usare uno smartphone equivale a star fermo sfregando un pezzo di vetro’.
Peccato che la suddetta frase sia stata detta proprio il 27 febbraio durante il suo intervento al TED2013 in California e mentre indossava i suoi Glass, ad onor della cronaca compatibili sia con i device Android che iOS che hanno un piccolo monitor di fronte all’occhio destro e consentono di usare uno smartphone senza toccare nulla né intralciare la vista.
Ma l’attacco di Brin alla telefonia cellulare non finisce di certo qui: “Il cellulare è come un tic nervoso”. Il telefono renderebbe, sempre secondo Mister G. antisociali, castrando la nostra umanità.
Leggendo queste affermazioni, dunque, appare decisamente scontato che l’intento delle sue parole è proprio quello di pubblicizzare i suoi Glass, la cui uscita sul mercato è stata anticipata alla fine del 2013.