I sistemi di transazione via telefonino stanno per sostituire contanti e bancomat. Col rischio di non accorgersi più di quanto si sta spendendo. Il supermercato è pieno ma non ci sono code: i clienti passano veloci alle casse e in automatico la spesa viene addebitata sui loro cellulari.

All’angolo della strada c’è uno scrittore in erba che ha fatto un libro e lo offre ai passanti, accettando donazioni: per farle basta avvicinare il proprio cellulare al suo, trasferendo denaro.

Da Londra un ragazzo manda un sms a Milano “Papà, ho finito i soldi” e a papà basta un clic sul cellulare per rifornire il figlio. Non sono scenari di fantasia, è l’orizzonte verso cui si sta andando i con sistemi di pagamento via telefonino. Alcuni servizi evoluti sono già diffusi in Giappone. Altri stanno facendo breccia negli Usa e si apprestano ad arrivare in Italia.

Se siano più i vantaggi o i rischi non è facile dirlo: i pareri degli esperti sono opposti. Certo è che questa rivoluzione ci sorprenderà in pochi anni: lo vogliono e ci lavorano tanti colossi, Visa, Mastercard, i principali operatori mobili, e di recente, persino Apple, con un mix di tecnologie che ora è diventato particolarmente ricco.

Un recente rapporto di School of Management – Politecnico di Milano ha censito 219 servizi a pagamento mobile nel mondo e un’ottantina in Italia.

Quelli più d’avanguardia, che saranno comuni probabilmente solo fra alcuni anni, sono basati su tecnologia Nfc (Near Field Communication) integrata al cellulare, in un chip speciale. L’NFC è una variante dell’ RFID (Radio Frequency Identification) e permette di pagare avvicinando il cellulare a speciali lettori installati alle casse o all’ingresso dei mezzi pubblici, per esempio. Il cellulare e il lettore comunicano via onde radio, così avviene l’addebito sulla propria carta di credito associata al servizio o sul credito telefonico.