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Google Glass è un progetto che si rivela vincente in sala operatoria, dove viene usato con successo dal 2013, nonostante lo stop temporaneo delle vendite. Riassunto delle puntate precedenti: all’inizio del 2015, tramite il Chief Technology Officer della compagnia Patrick Pichette, Big G ammette le grandi potenzialità del progetto Google Glass, ma dichiara che, nonostante ciò, sia tempo di sospendere i lavori, per ridisegnare una strategia.

Di fatto, le vendite degli occhiali per la realtà aumentata sono state interrotte il 19 gennaio, con la chiusura della vendita del programma Explorer, dopo l’uscita dei deludenti dati sui ricavi: le ragioni della debacle del primo lancio dei Google Glass sono da imputare probabilmente al costo elevato, ai problemi relativi alla privacy, all’aspetto non troppo accattivante del dispositivo.

Ci sono tuttavia, e per fortuna, dei campi d’uso in cui l’estetica non conta più di tanto, ed uno di questi è la medicina: è in questo settore che i Google Glass sembrano avere un uso vincente, fin dall’uscita sul mercato. Nel 2013 sono stati impiegati per la prima volta, negli Stati Uniti, in un intervento chirurgico allo stomaco, in Italia sono arrivati all’inizio del 2014, usati a Firenze per fare un prelievo di fegato. Di recente acquisizione la notizia che, sempre in Italia, i Google Glass siano stati utilizzati per la prima volta in un intervento di cardiochirurgia all’Ospedale Le Molinette di Torino: il professor Mauro Rinaldi ha impiegato gli occhiali per la realtà aumentata per la sostituzione di una valvola aortica di un paziente di 70 anni, con successo e con il minimo stress invasivo per il paziente.

Il percorso di Google Glass si avvia forse verso il suo traguardo ideale, l’uso scientifico e professionale, almeno finchè la casa di Mountain View non ridisegnerà il prodotto per la fruizione massiva e generalista; fino ad allora, la realtà aumentata dei Google Glass aumenterà la reale aspettativa di vita dei pazienti.