Uno studio inStat analizza gli hotspot wireless, un settore instabile con diversi modelli di business ancora oggi indefiniti. L’abbonamento sta lasciando spazio agli hotspot gratuiti delle catene di negozi ed Enti remunerati forse dalla pubblicità. Europa e USA i Paesi con la diffusione in crescita. Gli hotspot Wi-Fi, nonostante tutto, continueranno a crescere. Lo dice un’analisi di inStat che rileva come il mercato degli hotspot non trova ancora un modello di business soddisfacente.

L’accesso wireless in luoghi pubblici ha seguito questa strada: dapprima alcuni operatori lo hanno proposto come servizio differenziante sui concorrenti proposto agli utenti di laptop, gli unici device che avevano capacità Wi-Fi. La modalità di business era “pay as you go” con la speranza, per gli operatori, che queste sottoscrizioni individuali diventassero abbonamenti per i dipendenti di intere aziende che negli aeroporti potessero continuare ad aver accesso alla Virtual private network aziendale con un abbonamento corporate.Ciò ha reso gli hotspot pubblici più diffusi.

L’area Wi-Fi gratuita d’un McDonald’s
Tra i freni principali alla rapida diffusione di punti pubblici Wi-Fi sono gli argomenti legati alla sicurezza.

Più recentemente alcune catene alberghiere ma soprattutto negozi come McDonald’s e Starbucks hanno offerto l’accesso Wi-Fi gratuito ai propri ospiti seduti per un caffé o un pasto

Alcuni Comuni ed Enti italiani hanno fatto altrettanto riuscendo a superare gli antiquati vincoli di Legge che per decenni hanno frenato la diffusione del Wi-Fi in Italia.

Le previsioni di inStat sono dunque queste: l’Europa rappresenterà il 40% del totale hotspot al mondo; nel 2012 la metà delle connessioni agli hotspot verrà dalle attività e dal traffico generato dagli handheld.
Nonostante tutto, insomma, soprattutto le incertezze dovute al modello di business in cerca di un format vincente, inStat è fiducioso che il Wi-Fi continuerà a svilupparsi e anzi troverà nuovo impulso dalla rapida diffusione dei device muniti di 802.11n.

La gratuità dell’accesso, ripagato dagli introiti pubblicitari e dalla diffusione del marchio del gestore, non è esattamente un modello di business profittevole, ma certamente è attrattivo e incrementa i frequentatori di hamburger, caffé e biblioteche.