“L’incremento previsto nel 2010 per il mercato italiano – illustra un comunicato – e’ circa doppio rispetto a quello inglese e statunitense (+8%), superiore a quello tedesco (+12%) e in linea con quello francese (+15%)”.
“Il superamento della ‘soglia psicologica’ dell’1% rispetto al totale delle vendite retail – ha detto Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce ‘business to consumer’ – e’ un dato positivo” che, tuttavia, considerati i diversi tassi di penetrazione nei vari settori (dal12,5% del turismo a qualche centesimo di punto nell’alimentare, passando per il 4% dell’editoria), “evidenzia chiaramente le enormi potenzialita’ del commercio elettronico non ancora sfruttate nel nostro Paese”.
La nostra penetrazione dell’1%, infatti, si confronta con il 10% del Regno Unito, il 7% della Germania e il 5% della Francia, con una differenza ancora piu’ marcata se ci si sofferma sulle categorie che rappresentano il grosso della spesa delle famiglie, ovvero alimentari e abbigliamento.
La spesa media annua dell’acquirente italiano e’ invece allineata a quella dei consumatori online francesi e tedeschi con valori compresi tra gli 800 ed i 900 euro ed e’ significativamente piu’ bassa di quella dei web shopper inglesi pari a oltre 1400 euro. A crescere piu’ impetuosamente e’ l’abbigliamento, che ha fatto registrare l’incremento piu’ elevato, con il 43% di crescita rispetto al 2009, mentre tutti gli altri settori si fermano fra l’11 e il 19%., mentre, in valore assoluto, i maggiori contributi alla crescita vengono dal turismo, con un aumento da 443 milioni.
“Nel 2010 si e’ aperto un nuovo capitolo per l’ecommerce italiano: superata la crisi dell’anno precedente tutti i numeri hanno ricominciato a crescere”, ha commentato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Gli acquirenti online in Italia hanno raggiunto quota 8 milioni, spinti certamente anche da fenomeni sociali come Facebook, Twitter e tutti i siti in cui le persone entrano alla ricerca di relazione, informazione e svago e poi acquisiscono una dimestichezza tale da superare il divario tecnologico e quindi anche la sfiducia nel mezzo”.
Migliora anche l’export, che cresce del 19% e raggiunge quota 1,05 miliardi, ma, nel complesso, e’ negativa la bilancia fra importazioni ed esportazioni, visto che il valore assoluto dell’import e’ pari ad oltre due miliardi, principalmente a causa di biglietteria aerea e prenotazioni di hotel.