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L’Apple Watch non è ancora nei negozi, ma i business della ‘customizzazione’ e delle imitazioni sono già partiti a vele spiegate. I cinturini, ad esempio: ce ne sono dei più svariati, in fluoroelastomero oppure in lega di acciaio rifinito a mano, in pelle potenziata con Vectran, materiale usato dalla Nasa per gli airbag del Rover fatto atterrare su Marte o in maglia milanese, per tutti i gusti e per tutti (o quasi) i portafogli. In arrivo anche il case non ufficiale che proteggerà Apple Watch dall’acqua.

Molto più di un iPhone da polso, Apple Watch è “il più personale dei dispositivi che abbiamo creato, lo sognavo da quando avevo 5 anni”: così esordisce Tim Cook, Amministratore Delegato della casa di Cupertino il giorno della presentazione del gioiello tecnologico che in pochi pollici riassume le funzioni di un telefono, di invio e ricezione messaggi e news, di social network, di gestione delle proprie prestazioni sportive, di dispositivo per pagamenti; con Apple Watch si potrà pure aprire il proprio garage.

Neanche un giorno di vita, ed Apple Watch ha già un sosia cinese: sono già in vendita, nell’area commerciale di Shenzhen, metropoli della Cina meridionale, le prime copie low cost dell’orologio della Mela, esteticamente molto simili all’originale, ma non certo nel prezzo, che si aggira intorno ai 40 dollari. Le differenze sostanziali le troviamo nell’hardware, non tutti sono provvisti di videocamera, e nel sistema operativo, che ovviamente non è quello di Apple, ma è Android. Le vendite sono partite anche sul web, in alcuni siti e-commerce, soprattutto Taobao, che non è nuovo a questo tipo di azioni commerciali, tanto da aver attirato, in passato, molte critiche e anche qualche multa, per aver ospitato prodotti falsi.