Ogni mattina ricevo una mail da un servizio a cui sono iscritto. Mi manda un’offerta unica e speciale alla quale posso aderire con i miei amici, quelli veri intendo. Ristoranti, agriturismi, ma anche dentista, palestra, kitesurf e altro.
Non conosce proprio bene i miei gusti, ma devo ammettere che è piacevole ricevere promozioni e offerte. Per ora ho accettato un paio di volte. Il servizio è a prova di stupido: se l’offerta è interessante posso accettarla e, raggiunto un certo numero di persone, la promozione diventa attiva a tutti gli effetti. A quel punto arriva un coupon da utilizzare entro un certo periodo per ottenere le sconto. Spesso sono sconti interessanti, che a volte arrivano al 60% del prezzo iniziale.
Gas digitali
Dopo le vendite flash online, le aste al ribasso e i web outlet a invito arriva un nuovo modo di comprare attraverso la Rete. Li chiamano impropriamente gruppi di acquisto solidali, un modo raffinato per indicare la pratica del social couponing. Che poi incarna semplicemente il concetto “facciamo gruppo e facciamoci sentire”.
Un’idea abbastanza vecchia che in rete trova nuove definizioni e modi di esprimersi. Uno di questi servizi è Groupon, ha poco di social ma nel corso del 2010 ha registrato un utile di 500 milioni di dollari.
Per questo, ma non solo, pare che Google sia pronta a firmare uno degli assegni più alti mai usciti da Montain View, si dice a partire da 2 miliardi e mezzo di dollari. Il sito non ha nessuna applicazione da scaricare né profili da completare. Ci si registra, si indica la città o la zona a cui si è interessati e si aspetta. Al resto pensa Groupon attraverso una serie di proposte che contratta direttamente con gli esercenti.
Foursquare è differente, selettivo per sua natura. Si rivolge agli smanettoni, profeti dell’ultimo gadget hi-tech e smaniosi di riempire lo smartphone con nuove scintillanti applicazioni da mettere alla prova di continuo. Il servizio permette di condividere, tra le altre cose, bar e ristoranti che si frequentano, aggiungendo commenti, suggerimenti o denunciando comportamenti poco corretti. Tuttavia, oltre a unire persone in cerca di badge e status sociale, ha un risvolto interessante. Permette agli esercizi commerciali di fare gratuitamente offerte speciali, rivolte agli utenti più attivi e fedeli.
“Sei un cliente abituale? Io ti premio!” “Passi in zona per un caffè? Perché non approfitti del mio sconto per scoprire un negozio che non conosci e che sta proprio a fianco del bar?”.
Così mentre si registrano spostamenti ed attività di tutti i giorni, può capitare di imbattersi in promozioni alle quali aderire. Cosa si offre in cambio? Al massimo una manciata di check-in, quasi come una tessera fedeltà, quelle per le raccolte punti tradizionali. Che tradotto sul social network significa condividere con i propri contatti una segnalazione di un certo negozio.
Recensioni
Se guardiamo oltreoceano il gigante Yelp si sta muovendo introducendo a sua volta check-in per promuovere offerte locali. Si dice che una serie di commenti ed esperienze negative su Yelp possa compromettere gli affari di un locale. In questo modo le temute recensioni assumono ancora più peso nelle valutazioni delle persone. Allo stesso tempo però possono nascere una serie di opportunità interessanti, per gli utenti come per gli esercenti.
Da ultimo arriva Facebook che lancia definitivamente Places attraverso i Deals. Da spazio dove ritrovare gli amici a via libera per le occasioni e gli affari da cogliere sotto casa. Determinati comportamenti in mobilità, tramite il proprio cellulare, permetteranno di essere riconosciuti e premiati da parte degli esercenti che avranno reclamato la propria pagina e iniziato attività promozionali.
Inoltre Facebook ha previsto anche la modalità Friend deals, dove l’utente è premiato se coinvolge amici e contatti della sua rete sociale nel check-in. Se già ne avevamo le scatole piene di notifiche dei colleghi alle prese con scalate nel mondo della criminalità e ripetuti inviti alle rispettive fattorie (tutto virtuale naturalmente) prepariamoci a una nuova ondata di seccature. Per lo meno in questo caso i vantaggi saranno concreti.
Intorno al grafo sociale
È chiaro quindi che in uno spazio nuovo e con un potenziale di crescita immenso esistono numerose sovrapposizioni tra servizi differenti. Vista la posta in gioco la battaglia potrebbe essere più intesa del previsto. Places può contare oltre che sul grafo sociale, su preferenze e opinioni lasciate più o meno consapevolmente dai suoi utenti.
Non è un segreto che Facebook stia lavorando sodo per trasformare commenti, like e contributi, in dati di profilazione degli utenti. In questo modo le attuali inserzioni pubblicitarie interne al network risulteranno ancora più mirate ed efficaci. In futuro sarà possibile sfruttare queste informazioni anche da servizi esterni. Il Gift Ideas for Facebook Friends di Etsy è un primo interessante esempio di cosa Facebook sa, e mette a disposizione, di noi e dei nostri amici.
Foursquare, come quasi tutti gli altri servizi di geo-localizzazione, punta sull’aspetto ludico, finché sarà divertente il gioco può durare, dopodiché dovrà trovare altri incentivi per motivare gli utenti.
Groupon e soci fanno forza sui propri database utenti e sul canale mail. Può sembrare poco, ma a volte la strada più semplice è la più sottovalutata. Probabilmente il primo servizio che riuscirà a integrare offerte speciali geolocalizzate, con recensioni ed esperienze di acquisto dei propri contatti getterà le basi per il futuro del commercio locale online.
Nel frattempo occorre che le aziende si preparino: a forza di parlare direttamente con l’azienda via Facebook, Twitter il cliente pretende di far sentire la propria voce sopratutto nel momento di acquisto e di supporto post vendita, non solo nella fase di valutazione e corteggiamento. Per questo occorre pensare nuove modalità di relazione, a beneficio di entrambi.