L’avvento dei social network come Facebook o Twitter è diventato una pratica sociale per alcuni e uno status symbol, per altri. Nel terzo millennio “chi non è iscritto a Facebook è fuori dal mondo perché incapace di comunicare con l’esterno”. E’ questa l’affermazione che colpisce particolarmente tutti gli esperti di comunicazione, i quali si dimostrano in assoluto disaccordo.
Proviamo a fare un tuffo nel passato: spegniamo tutti i pc in nostro possesso o qualsiasi dispositivo ci consenta di collegarci a Internet. Sforziamoci di tornare indietro nel tempo, esattamente agli anni Novanta.
Cosa è cambiato? Sono trascorsi venti anni, eppure la realtà del passato ci appare come un mondo estraneo, privo di spunti di riflessione o mezzi interessanti grazie ai quali possiamo trascorrere il nostro tempo libero.
Fino agli anni Novanta, il computer era considerato come uno strumento per pochi, un valido supporto di lavoro per aziende, enti pubblici o privati. Pochi avevano il privilegio di possedere un calcolatore elettronico a casa propria, vuoi a causa dei costi elevati, vuoi perché le sue misteriose e inebrianti capacità risultavano del tutto sconosciute. Internet faceva la sua prima apparizione, ma non era senz’altro un servizio efficiente e a buon mercato quanto oggi.
Un amico andava in vacanza negli anni Novanta e spediva una cartolina affettuosa che raggiungeva la nostra cassetta della posta dopo qualche giorno, in molti casi anche dopo qualche settimana. Negli anni Novanta si scattavano foto delle vacanze su pellicola fotografica e, per mostrarle ai propri amici, bisognava attendere i tempi di sviluppo da parte del fotografo di fiducia.
Il telefono fisso squillava molto più spesso negli anni Novanta: chiamate brevi, frequenti e dal contenuto estremamente efficace caratterizzavano la comunicazione di tutti i giorni. Gli utenti cercavano di mantenere i contatti attraverso il cosiddetto “colpo di telefono”, magari proprio in occasione di ricorrenze importanti. Le tariffe offerte dall’unico gestore di telefonia erano improponibili e scoraggianti.
Ritorniamo con la mente e con il corpo all’anno 2011: cosa c’è di nuovo? Nelle nostre case è presente almeno un computer, un nuovo componente della famiglia, fedele come un vero amico, divertente, tanto da apprezzare i giochi che ci offre e soprattutto…intelligente e veloce! Grazie anche a Internet, ormai abbiamo dimenticato il passato, superando barriere geografiche tra città, stati e continenti. Ci sentiamo cittadini del mondo e le nostre conversazioni avvengono dinanzi ai nostri occhi, in tempo reale!
I social network hanno rivoluzionato l’esistenza: basta iscriversi per mantenere i contatti con amici o conoscenti lontani. E’ sufficiente caricare sul proprio profilo la foto delle vacanze affinché gli amici sappiano le novità. I social network si sostituiscono brillantemente alle cartoline: la creazione di un album sulla propria pagina rende inevitabilmente partecipi tutti i contatti della magnifica esperienza vissuta, tutto nel giro di pochi secondi, tutto in tempo reale!
Ormai il telefono fisso squilla generalmente soltanto per comunicazioni urgenti o viene utilizzato per chiacchierare con bambini, anziani o con chi è totalmente estraneo alla rivoluzione informatica. Anche il telefono cellulare si sostituisce ai social network quando non si ha la possibilità di collegarsi alla pagina del proprio profilo. Quante volte ascoltiamo la frase “ci mettiamo d’accordo su Facebook”? La chat dei social network si sostituisce alla conversazione telefonica e il messaggio privato supera l’SMS inviato tramite cellulare.
Negli anni Novanta, solo qualcuno conosceva le nostre abitudini di vita, ma nel terzo millennio ci mettiamo a nudo sui social network. Si parla sempre di rispetto della privacy, ma tramite essi, le nostre esperienze diventano discutibili dalla società. I social network sono oggi le piatte virtuali in cui ci si racconta e ci si svela. Gli utenti indossano le vesti di un potente giudice o di un affidabile confidente.
La conversazione sui social network è più rapida ed efficace, ma sterile e inaffidabile allo stesso tempo. Non si è più in grado di distinguere il tono con il quale vengono riportate alcune informazioni. Le emozioni non trapelano da una chat, ma in essa si nascondono. Si chatta con tutti, ma con nessuno allo stesso tempo. Dietro una tastiera siamo “uno, nessuno e centomila”…a noi la scelta! Ci ritroviamo a conversare anche con i nostri più grandi nemici, perché lo schermo ci protegge dall’imbarazzante scambio di sguardi.
Una vita più semplice o una vita più comoda e tecnologica? Quando i social network non esistevano ancora, la società valorizzava maggiormente i propri affetti e selezionava le proprie conoscenze con attenzione. La comunicazione era asincrona, ma l’attesa rafforzava le amicizie e consolidava il sentimento. Indietro non si può più tornare, ma si può ancora resistere al vortice informatico che ci travolge.
La tempesta di messaggi, foto, post, tag, commenti, richieste di amicizia rischia di inghiottirci ogni giorno che passa, togliendoci anche la facoltà di distinguere tra realtà vera e finzione. Rimpiangere il passato sarebbe controproducente, tornare allo stato iniziale sarebbe impossibile, ma la giusta moderazione fra passato e presente rivaluterebbe l’uomo e le funzioni della comunicazione del terzo millennio (Fonte: La Repubblica Bari, Maddalena Cesario).
Proviamo a fare un tuffo nel passato: spegniamo tutti i pc in nostro possesso o qualsiasi dispositivo ci consenta di collegarci a Internet. Sforziamoci di tornare indietro nel tempo, esattamente agli anni Novanta.
Cosa è cambiato? Sono trascorsi venti anni, eppure la realtà del passato ci appare come un mondo estraneo, privo di spunti di riflessione o mezzi interessanti grazie ai quali possiamo trascorrere il nostro tempo libero.
Fino agli anni Novanta, il computer era considerato come uno strumento per pochi, un valido supporto di lavoro per aziende, enti pubblici o privati. Pochi avevano il privilegio di possedere un calcolatore elettronico a casa propria, vuoi a causa dei costi elevati, vuoi perché le sue misteriose e inebrianti capacità risultavano del tutto sconosciute. Internet faceva la sua prima apparizione, ma non era senz’altro un servizio efficiente e a buon mercato quanto oggi.
Un amico andava in vacanza negli anni Novanta e spediva una cartolina affettuosa che raggiungeva la nostra cassetta della posta dopo qualche giorno, in molti casi anche dopo qualche settimana. Negli anni Novanta si scattavano foto delle vacanze su pellicola fotografica e, per mostrarle ai propri amici, bisognava attendere i tempi di sviluppo da parte del fotografo di fiducia.
Il telefono fisso squillava molto più spesso negli anni Novanta: chiamate brevi, frequenti e dal contenuto estremamente efficace caratterizzavano la comunicazione di tutti i giorni. Gli utenti cercavano di mantenere i contatti attraverso il cosiddetto “colpo di telefono”, magari proprio in occasione di ricorrenze importanti. Le tariffe offerte dall’unico gestore di telefonia erano improponibili e scoraggianti.
Ritorniamo con la mente e con il corpo all’anno 2011: cosa c’è di nuovo? Nelle nostre case è presente almeno un computer, un nuovo componente della famiglia, fedele come un vero amico, divertente, tanto da apprezzare i giochi che ci offre e soprattutto…intelligente e veloce! Grazie anche a Internet, ormai abbiamo dimenticato il passato, superando barriere geografiche tra città, stati e continenti. Ci sentiamo cittadini del mondo e le nostre conversazioni avvengono dinanzi ai nostri occhi, in tempo reale!
I social network hanno rivoluzionato l’esistenza: basta iscriversi per mantenere i contatti con amici o conoscenti lontani. E’ sufficiente caricare sul proprio profilo la foto delle vacanze affinché gli amici sappiano le novità. I social network si sostituiscono brillantemente alle cartoline: la creazione di un album sulla propria pagina rende inevitabilmente partecipi tutti i contatti della magnifica esperienza vissuta, tutto nel giro di pochi secondi, tutto in tempo reale!
Ormai il telefono fisso squilla generalmente soltanto per comunicazioni urgenti o viene utilizzato per chiacchierare con bambini, anziani o con chi è totalmente estraneo alla rivoluzione informatica. Anche il telefono cellulare si sostituisce ai social network quando non si ha la possibilità di collegarsi alla pagina del proprio profilo. Quante volte ascoltiamo la frase “ci mettiamo d’accordo su Facebook”? La chat dei social network si sostituisce alla conversazione telefonica e il messaggio privato supera l’SMS inviato tramite cellulare.
Negli anni Novanta, solo qualcuno conosceva le nostre abitudini di vita, ma nel terzo millennio ci mettiamo a nudo sui social network. Si parla sempre di rispetto della privacy, ma tramite essi, le nostre esperienze diventano discutibili dalla società. I social network sono oggi le piatte virtuali in cui ci si racconta e ci si svela. Gli utenti indossano le vesti di un potente giudice o di un affidabile confidente.
La conversazione sui social network è più rapida ed efficace, ma sterile e inaffidabile allo stesso tempo. Non si è più in grado di distinguere il tono con il quale vengono riportate alcune informazioni. Le emozioni non trapelano da una chat, ma in essa si nascondono. Si chatta con tutti, ma con nessuno allo stesso tempo. Dietro una tastiera siamo “uno, nessuno e centomila”…a noi la scelta! Ci ritroviamo a conversare anche con i nostri più grandi nemici, perché lo schermo ci protegge dall’imbarazzante scambio di sguardi.
Una vita più semplice o una vita più comoda e tecnologica? Quando i social network non esistevano ancora, la società valorizzava maggiormente i propri affetti e selezionava le proprie conoscenze con attenzione. La comunicazione era asincrona, ma l’attesa rafforzava le amicizie e consolidava il sentimento. Indietro non si può più tornare, ma si può ancora resistere al vortice informatico che ci travolge.
La tempesta di messaggi, foto, post, tag, commenti, richieste di amicizia rischia di inghiottirci ogni giorno che passa, togliendoci anche la facoltà di distinguere tra realtà vera e finzione. Rimpiangere il passato sarebbe controproducente, tornare allo stato iniziale sarebbe impossibile, ma la giusta moderazione fra passato e presente rivaluterebbe l’uomo e le funzioni della comunicazione del terzo millennio (Fonte: La Repubblica Bari, Maddalena Cesario).