Alitalia sta lanciando una campagna Facebook globale grazie al nuovo strumento promozionale “offerta” disponibile sul social.
Per chi non ha ancora avuto modo di vederlo nella propria home, non è altro che un post incorniciato da una linea tratteggiata che dà l’impressione di un ticket virtuale da staccare; in basso una call to action che invita l’utente a richiedere l’offerta; cliccando l’utente acconsente in realtà a rilasciare il proprio indirizzo mail al quale la società provvederà poi ad inviare il codice per poter usufruire della promozione.
Ma che cosa c’è in promozione, nello specifico?
Voli per ogni destinazione fino ad esaurimento posti da consumare entro il 23 Marzo 2013; l’aggressività della campagna non sta tanto nella percentuale di sconto (Il 25%, che comunque è sempre un bel margine di risparmio per il viaggiatore) quanto nell’aver individuato un target globale: nessun continente è stato escluso dai potenziali destinatari dell’annuncio, segno che la compagnia si sta adoperando per accrescere il bacino d’utenza anche al di là dei confini nazionali, specie per voli verso l’Italia.
Le stime degli addetti ai lavori sono un totale di 250 milioni di impressions (Più di un quarto dell’utenza mondiale sul social di Mr. Zuckerberg) e un tasso di conversioni effettive pari alla vendita di 30.000 biglietti aerei.
Non è la prima volta che Alitalia si imbarca in iniziative del genere: nello scorso settembre una campagna offerte focalizzata su Spagna, Svizzera e Turchia aveva portato ad un forte aumento dei “mi piace” sulla brand page, 7 milioni di visualizzazioni e 9.000 biglietti venduti.
Che il social media marketing sia il nuovo spazio in cui Alitalia è pronta a spiccare il volo?
Le home di Facebook (O almeno è quanto succede alla mia) pullulano di notizie sponsorizzate che informano gli utenti non appena i loro amici richiedono l’offerta Alitalia, perciò non si può dire che questa formula promozionale non abbia fatto presa. Sicuramente il social più famoso al mondo raccoglie una quantità di prospect (Cioè potenziali utenti) molto ampia ed appetibile ma non è detto che tutti gli “smanettoni” al suo interno siano interessati ai viaggi.
Certo è che la somma spesa per una campagna globale in questo modo è comunque inferiore a quanto costerebbe il corrispettivo sui media tradizionali, per cui anche se il tasso di conversione si mantenesse sull’ordine delle migliaia di prenotazioni sarebbe già un ottimo risultato in termini di incassi e inoltre un bell’esperimento “low cost” per aumentare la visibilità del brand su scala mondiale.
Aspettiamo notizie.
Fonte: www.corrierecomunicazioni.it