Il sondaggio “Smarter Consumer” dell’IBM Institute for Business Value fotografa il nuovo consumatore digitale: ultraesigente, sempre connesso e over 50.
La tecnologia influenza sempre di più il modo di fare acquisti, non solo quello dei giovani. Nell’era digitale anche gli adulti tra i 50 e i 60 usano con disinvoltura i social network per scegliere cosa comprare, e s’incontrano su Facebook e Twitter per scambiarsi dritte e commenti. Lo evidenzia la ricerca “Smarter Consumer” dell’IBM Institute for Business Value, condotta in tredici paesi del mondo tra cui l’Italia, dove ha coinvolto 2.200 persone.
Social shopping. Secondo l’Ibm gli strumenti tecnologici hanno rivoluzionato il rapporto tra consumatore e negoziante. I clienti sono molto più esigenti e hanno un ruolo più attivo rispetto al passato. Quando entrano in un negozio, lo fanno per acquistare qualcosa di cui hanno davvero bisogno, meglio se in offerta. Inoltre sanno già cosa vogliono, perché si sono informati sul web. I prodotti da mettere nel carrello della spesa, infatti, si decidono sempre di più online sui social network, oppure consultando blog e YouTube.
A dispensare suggerimenti su Internet sono soprattutto familiari e amici (36%), ma si presta attenzione anche ai giudizi di altri consumatori (22%) e alla valutazione del produttore (28%). Il passaparola in rete è decisivo quando si tratta di scegliere i prodotti per la cura della persona (il 61% degli italiani dichiara di esserne influenzato), ma anche generi alimentari e capi di abbigliamento (60%). L’opinione del popolo del web incide meno nell’acquisto di beni di lusso ed elettronica, dove pesa ancora il consiglio di esperti e commercianti (47%).
Il web a portata di tutti. Una tendenza che si fa strada soprattutto in Italia: «Tra i paesi a economia più solida, è quello che registra la più alta percentuale di accettazione delle tecnologie mobili, pari al 21% – si legge nel report –. C’è chi usa una sola tecnologia (45%), e anche chi ne utilizza due o più, i cosiddetti consumatori “smarter” (40%). Ad alcuni piacerebbe servirsi anche della televisione per fare spese (19%)».
Ma a decidere con un clic su Facebook non solo più solo i giovani. Lo studio rivela infatti, una diffusione degli strumenti tecnologici nella fascia d’età tra i 50 e i 59. I consumatori sugli anta (41%) sono quasi pari ai ragazzi tra i 15 e i 19 anni (42%). Persino gli over 60 in Italia non rinunciano a un giro sul proprio social network preferito, quando si tratta di metter mano al portafogli (il 37%). Un dato significativo, che supera la media mondiale (32%).
Il ruolo delle aziende. Lo studio Ibm fotografa un nuovo modello di consumatore digitale, sempre connesso: il 40% degli intervistati controlla i prezzi dei prodotti ovunque si trovi e usa dispositivi mobili come tablet e smartphone per evitare le code (50%). Grazie alla rete è super-informato sulle novità e i prezzi migliori, perciò esige un trattamento personalizzato.
Mentre una volta si entrava nei negozi e ci si lasciava persuadere dai sapienti consigli di una commessa, oggi il rapporto tra venditore e acquirente è rovesciato: i punti vendita si limitano ad adeguarsi alle scelte già compiute su Internet, offrendo servizi su misura. Dal sondaggio emerge come sia sempre più difficile per i commercianti intercettare i gusti dei clienti, se non aprendo una pagina su Facebook o un account su Twitter. I consumatori sono i veri protagonisti, esigono promozioni su misura, decidono quando acquistare e come pagare. Cambia anche il tempo dedicato alle compere. Sempre più frammentato e istantaneo, si risolve nel giro di qualche minuto. Un clic sostituisce ore e ore di shopping, trascorse a guardare le vetrine e a riflettere sul da farsi. FONTE Kataweb – Erika Tomasicchio
La tecnologia influenza sempre di più il modo di fare acquisti, non solo quello dei giovani. Nell’era digitale anche gli adulti tra i 50 e i 60 usano con disinvoltura i social network per scegliere cosa comprare, e s’incontrano su Facebook e Twitter per scambiarsi dritte e commenti. Lo evidenzia la ricerca “Smarter Consumer” dell’IBM Institute for Business Value, condotta in tredici paesi del mondo tra cui l’Italia, dove ha coinvolto 2.200 persone.
Social shopping. Secondo l’Ibm gli strumenti tecnologici hanno rivoluzionato il rapporto tra consumatore e negoziante. I clienti sono molto più esigenti e hanno un ruolo più attivo rispetto al passato. Quando entrano in un negozio, lo fanno per acquistare qualcosa di cui hanno davvero bisogno, meglio se in offerta. Inoltre sanno già cosa vogliono, perché si sono informati sul web. I prodotti da mettere nel carrello della spesa, infatti, si decidono sempre di più online sui social network, oppure consultando blog e YouTube.
A dispensare suggerimenti su Internet sono soprattutto familiari e amici (36%), ma si presta attenzione anche ai giudizi di altri consumatori (22%) e alla valutazione del produttore (28%). Il passaparola in rete è decisivo quando si tratta di scegliere i prodotti per la cura della persona (il 61% degli italiani dichiara di esserne influenzato), ma anche generi alimentari e capi di abbigliamento (60%). L’opinione del popolo del web incide meno nell’acquisto di beni di lusso ed elettronica, dove pesa ancora il consiglio di esperti e commercianti (47%).
Il web a portata di tutti. Una tendenza che si fa strada soprattutto in Italia: «Tra i paesi a economia più solida, è quello che registra la più alta percentuale di accettazione delle tecnologie mobili, pari al 21% – si legge nel report –. C’è chi usa una sola tecnologia (45%), e anche chi ne utilizza due o più, i cosiddetti consumatori “smarter” (40%). Ad alcuni piacerebbe servirsi anche della televisione per fare spese (19%)».
Ma a decidere con un clic su Facebook non solo più solo i giovani. Lo studio rivela infatti, una diffusione degli strumenti tecnologici nella fascia d’età tra i 50 e i 59. I consumatori sugli anta (41%) sono quasi pari ai ragazzi tra i 15 e i 19 anni (42%). Persino gli over 60 in Italia non rinunciano a un giro sul proprio social network preferito, quando si tratta di metter mano al portafogli (il 37%). Un dato significativo, che supera la media mondiale (32%).
Il ruolo delle aziende. Lo studio Ibm fotografa un nuovo modello di consumatore digitale, sempre connesso: il 40% degli intervistati controlla i prezzi dei prodotti ovunque si trovi e usa dispositivi mobili come tablet e smartphone per evitare le code (50%). Grazie alla rete è super-informato sulle novità e i prezzi migliori, perciò esige un trattamento personalizzato.
Mentre una volta si entrava nei negozi e ci si lasciava persuadere dai sapienti consigli di una commessa, oggi il rapporto tra venditore e acquirente è rovesciato: i punti vendita si limitano ad adeguarsi alle scelte già compiute su Internet, offrendo servizi su misura. Dal sondaggio emerge come sia sempre più difficile per i commercianti intercettare i gusti dei clienti, se non aprendo una pagina su Facebook o un account su Twitter. I consumatori sono i veri protagonisti, esigono promozioni su misura, decidono quando acquistare e come pagare. Cambia anche il tempo dedicato alle compere. Sempre più frammentato e istantaneo, si risolve nel giro di qualche minuto. Un clic sostituisce ore e ore di shopping, trascorse a guardare le vetrine e a riflettere sul da farsi. FONTE Kataweb – Erika Tomasicchio