Il wi-fi sembra aver trovato il suo ambiente naturale nei più importanti eventi musicali sparsi per l’Italia. Solo un caso? Analizziamo il fenomeno insieme.
- Torino, MTV Days. La Regione Piemonte ha messo a disposizione degli utenti ben 2000 connessioni completamente libere (Cioè senza bisogno di password per accedere) nella centralissima Piazza Castello, proprio dove è stato collocato il palco principale della manifestazione tenutasi dal 28 al 30 giugno, ricca di esibizioni live e dibattiti. La copertura di rete della zona era stata approvata e realizzata a priori ma gli MTV Days possono essere considerati il primo vero banco di prova circa l’usabilità del nuovo servizio.
- Arezzo, Arezzo Wave Love Festival. Iniziativa privata quella che porterà il wi-fi dal 12 al 15 luglio tra gli appassionati di musica con un occhio di riguardo anche ad elettronica, letteratura ed arti visive; il merito è di un noto operatore locale, che in qualità di sponsor e previa registrazione garantirà libertà di navigazione nelle aree interessate dagl festival, senza alcun bisogno di login.
- Perugia, Umbria Jazz. L’edizione 2012 segna l’allargamento della copertura wi-fi anche ai giardini Carducci e Piazza Italia, uno dei punti riservati alle esibizioni dei musicisti; l’area va ad aggiungersi a quelle già attive in centro (Piazza Matteotti e Mercato Coperto), assicurando agli internauti un raggio d’azione sufficientemente ampio. La connessione è aperta ad ogni utente per un massimo di 2 ore al giorno mentre registrazione e credenziali di accesso viaggiano su cellulare. Una svolta importante che apre la strada ad un’imminente espansione delle zone wi-fi free.
Ma perché c’è così bisogno del wi-fi in situazioni di questo tipo?
Pensiamo per un attimo al target di riferimento di questi eventi: persone di qualunque età ma prevalentemente giovani (Soprattutto agli MTV Days), non necessariamente del luogo (È il caso di Umbria Jazz, che vede gruppi e visitatori provenienti da ogni parte del mondo), amanti della musica ma soprattutto dei live (Arezzo Wave Love Festival esalta molto la partecipazione diretta e la condivisione con il maggior numero possibile dell’“onda musicale”, tantoché quest’anno ha adottato delle politiche di abbassamento dei prezzi se non addirittura di ingresso libero per alcune parti della manifestazione).
Persone, quindi, che cercano non solo intrattenimento ma una vera e propria esperienza, da vivere e condividere in tempo reale (Attraverso foto, tag e geolocalizzazione) anche con chi non può essere lì: amici veri e mondo virtuale.
Persone cresciute o addirittura nate nell’era di internet, che comunicano preferibilmente a costo zero via chat o social e che quindi vedono nella disponibilità gratuita della connessione wi-fi un ulteriore incentivo ad una pratica che è già consolidata nelle proprie abitudini comunicative.
Persone che – come è prassi ormai riconosciuta e testimoniata da analisi e dati statistici – influenzano le scelte di altre persone con un flusso virale e spontaneo di recensioni, inviti virtuali ad eventi reali, video caricati da smartphone e disponibili sui profili personali o magari su Youtube e così via. Una componente che può fare la differenza per la riuscita o meno di una serata non solo per gli organizzatori: attorno ad un festival c’è tutto un circuito di locali e attività di vario genere che dall’aumento e dalla soddisfazione dei partecipanti non potrebbe trarre altro che notevoli vantaggi.
Ok, ma una volta terminato il grande evento?
Sta alle realtà cittadine attrezzarsi per mantenere lo stesso standard qualitativo, anche e soprattutto per i servizi di connessione, perché come dimostrato nelle righe precedenti costituiscono il canale per l’aggregazione sociale, fatta di esperienze, contatti e referenze condivisi tra utenti. Ma allora la domanda è: perché non pensarci prima a livello di singolo punto vendita (Con l’agevolazione di costi di installazione e manutenzione piuttosto ridotti) e una volta per tutte, cambiare davvero musica?
(Fonti: Torino Today, Firenze Today, Perugia Today)