Non è solo colpa di Iphone, Ipad e simili: basti pensare che proprio a Varese è nato uno dei provider internet più innovativi, il progetto Eolo, gestito da Ngi, di cui è amministratore delegato Luca Spada, di Casciago. Proprio Eolo aveva fornito Varese di un primo wi-fi praticamente libero: in occasione dei mondiali di ciclismo, infatti, erano stati accesi alcuni hot spot (punti di accesso wireless a internet) in alcuni punti nevralgici della città – piazza Monte Grappa, le stazioni, l’Ippodromo e perfino Villa Recalcati: un semplice sms ed ecco in risposta un altro messaggino con la password per accedere alla rete delle reti per due ore. Il tutto gratuito, libero e in sicurezza, visto che il tutto passava dal cellulare.
Perché il problema è la necessità di rendere riconoscibile chiunque si connetta: è per questo che il decreto Pisanu, del 2005, impone a chi vuole aprire un internet point una lunga trafila burocratica, oltre all’obbligo di chiedere i documenti e registrare i dati di ogni cliente. Ma la tecnologia vola velocissima, e Varese ha una voglia matta di starle dietro.
Ma la voglia di wi-fi a Varese è sempre più forte. La dimostrazione è piazza XX Settembre. Una presenza sospetta di giovani e meno giovani con pc portatile seduti ai tavolini dei bar o, negli orari di chiusura, anche per terra, ha fatto sorgere un dubbio: forse esiste un hot spot “clandestino”? Certo: il negozio Ce Group, specializzato in apparecchi Apple, ha una rete non protetta, quindi priva di password.