Quello della creazione di immagini digitali da elementi reali è un settore molto ampio, che è all’attenzione dei più grandi operatori mondiali Ict. Un mercato che sta evolvendo ad alti ritmi in misura del progresso tecnologico – legato alle componenti fisiche ma anche alla ricerca sui software – e, non meno importante, secondo gli input forniti dagli utenti. I quali sono sempre più “attrezzati” a elaborare autonomamente contenuti di qualità.
A questi due elementi trainanti si unisce quello della gestione dei diritti di condivisione, che richiede l’utilizzo di strumenti di attribuzione sicuri ed efficienti. I sistemi di marchiatura digitale consentono ad esempio di inserire informazioni “invisibili” e non modificabili all’interno dei dati multimediali, tutelandone la paternità. In altri casi è possibile vincolare l’accessibilità dei contenuti digitali a un’accoppiata univoca hardware-software.
Dall’idea del Polo museale fiorentino è nato Uffizi in a touch, grazie al quale tutti i capolavori della Galleria d’arte più famosa al mondo diventano esplorabili in ogni dettaglio, entrando nelle scuole, nelle case, nei luoghi di accoglienza.
Una forma di digital signage interattivo, utilizzabile anche per scopi didattici e di ricerca. Il futuro è quello delle contaminazioni, all’interno dello stesso spazio, tra oggetti reali e riproduzioni digitali. Un primo passo è stato compiuto da Centrica nell’ambito della mostra di Richard Ginori tenutasi recentemente a Ravello. Ma le tecnologie di digital imaging promettono di aprire ancora nuove opportunità per l’accesso, la valorizzazione e la condivisione della creatività umana. E per ampliare, grazie all’interattività, gli spazi di fruizione delle opere d’arte.