Questo è quanto emerso dai dati esposti ieri durante il convegno di presentazione dei risultati della ricerca 2010 dell’Osservatorio Mobile Marketing & Service tenutosi presso il Politecnico di Milano.
La crescita del Mobile Marketing si inserisce in un contesto di maggiore utilizzo del Mobile Internet determinato da una rapida diffusione dei dispositivi smartphone, che costituiscono oggi il 35% dei telefoni cellulari presenti in Italia: una media superiore di 10 punti percentuali rispetto a quella europea ed in crescita del 12% rispetto allo stesso mese del 2009.
I nuovi formati (Applicazioni, Mobile site, Servizi di geolocalizzazione) spingono i tassi di crescita del mercato, ma tiene molto bene anche l’Sms, strumento che si conferma come il più consolidato nell’utilizzo da parte delle aziende ed i cui vantaggi appaiono ormai evidenti agli occhi dei marketer italiani.
“Le aziende hanno capito le potenzialità enormi insite nel cellulare, anche nelle declinazioni più semplici come l’Sms, come dimostra il fatto che continuano a investire nei canali digitali diretti e che l’Sms si riconferma uno strumento di comunicazione efficace rispetto ai canali tradizionali” – sottolinea Filippo Renga, Responsabile della Ricerca.
Da una situazione altamente concentrata degli scorsi anni in cui pochi settori (finanza e automotive in testa) realizzavano circa il 70% degli investimenti totali in iniziative Mobile, si è quest’anno assistito ad una partecipazione più eterogenea dei diversi comparti, con una forte crescita degli investimenti realizzati dalle aziende del settore dell’abbigliamento e del retail.
Particolare attenzione è stata posta al tema delle Applicazioni per smartphone, evidenziando come tra i primi 100 top spender italiani per investimenti pubblicitari, 41 abbiano sviluppato almeno una Applicazione Mobile brandizzata.
Va tuttavia sottolineato che, nonostante il trend positivo degli ultimi anni, il budget dedicato alle iniziative Mobile costituisce ancora una quota residuale sul totale degli investimenti sui media italiani (lo 0,5%nel 2010, in linea con le percentuali degli anni scorsi).