– Retailers come Wal-Mart, Target, Best Buy e Kroger
– Media Companies attive nel settore dei retail media come PRN Corporation, CBS Outernet o gli in-store Broadcasting Network
– Brand leader come Procter&Gamble, Unilever e Kraft
Quest’ultimo gruppo di aziende potrebbe potenzialmente creare, per quanto riguarda la comunicazione digitale negli store, un loro proprio punto di sbocco delle reti di kiosk o forse anche dei product-category network localizzati in specifiche corsie di grandi store di elettronica, farmacie o drogherie! Una collaborazione annunciata di recente tra Wal-Mart e In-store Marketing Institute (ISMI) ci fornisce alcuni nuovi e importanti insights su questi temi. Wal-Mart e ISMI hanno lavorato insieme per pianificare per la fine di quest’anno un convegno di tre ore, a porte chiuse, sulla versione 2.0 del canale TV di Wal-Mart, “Wal-Mart Smart Network”.
Come sarà un network 2.0?
Dunque, di cosa c’è bisogno per portare un retail media su un altro livello nell’era del 2.0?
Per chi è all’inizio, un digital media di generazione 2.0 ha bisogno di:
– Abbassare i display all’altezza degli occhi
– Costruire gli schermi dentro scaffali attrezzati, vicini ai clienti
– Abbandonare il modello “hang and bang” tipico del 2001-2002, per il quale schermi piatti sono appesi senza una logica precisa ovunque negli store, la maggior parte dei quali in posti difficili da vedere per i clienti
– Controllare l’audio così che la colonna sonora sia gradita ai consumatori e agli impiegati
– Sistemare la merce intorno agli schermi e agli speaker, così che il sound-and-motion media, sia utile sia per il marketing che per il merchandising, come fanno i display P-O-P convenzionali.