Arriverà anche la versione Android, ma al momento Starbucks non comunica una data di rilascio. I negozi in cui l’applicazione è già attiva sono 6800, sparsi su tutto il territorio statunitense, dopo un periodo di test in alcuni locali appositamente selezionati nelle grandi metropoli. E dai risultati, il metodo di pagamento “smart” si è rivelato quello più veloce: il tempo di attesa medio per cliente è stato il più basso tra tutti. Del resto gli utenti in attesa per pagare il conto spesso giocherellano con gli smartphone. Utilizzarne uno per pagare sembra quasi un passaggio naturale obbligatorio dell’era digitale.
Starbucks Card Mobile. Questo è il nome dell’applicazione, disponibile su iTunes, e funziona come una normale scheda ricaricabile. Attraverso la propria carta di credito o utilizzando PayPal, si girano i soldi sul conto dell’applicazione. Da questo momento, sarà possibile pagare alla cassa semplicemente toccando il pulsante “Touch to pay” sullo schermo del telefono, che farà comparire un codice a barre che verrà scansionato alla cassa. Il costo della consumazione verrà scalato dal residuo depositato nel conto dell’applicazione, e si può lasciare il locale senza monetine da sistemare o carte di credito da riporre. Un metodo che non presenta almeno in apparenza opportunità di “hacking” o falle di sicurezza. In fondo non è molto diverso dal passare alla cassa con un carrello di prodotti pieni di codici a barre da scansionare. Un approccio molto diverso da quello che sta sperimentando Google da un po’ di tempo, la tecnologia Near Field Communication.
Arriva NFC. Quello di Google è un progetto in effetti assai più ambizioso. L’idea di Big G è in apparenza più vicina alla fantascienza che alla realtà quotidiana, eppure non è così distante dal concretizzarsi: grazie al Near Field Communication, all’interno di un negozio basterà far “vedere” un oggetto al nostro smartphone, utilizzando la tecnologia radio che Google ha già sviluppato per il suo telefono, il Nexus S. Delle etichette speciali sugli oggetti trasmettono informazioni al telefono e la differenza rispetto ad un acquisto online è che il cliente compra in modo tradizionale, ma si salta completamente il processo di cassa e scontrino. Insomma i soldi non esistono più. Chuck Davidson, manager per l’innovazione a Starbucks, giudica il sistema NFC ancora un po’ troppo avanti sui tempi, sia per gli utenti in grado di utilizzare la tecnologia, sia per le strutture dei negozi che non hanno ancora raggiunto questo punto di evoluzione. “Quando ci saranno i numeri, lo faremo”, dichiara Davidson. Ma già oggi è possibile entrare in uno Starbucks, consumare e uscire senza portare con sé un portafogli o delle monetine. Basta lo smartphone.