Le recensioni sono diventate negli ultimi anni fondamentali coadiuvanti della scelta per chi si affida al mondo digitale per organizzare le proprie vacanze. Questo semplice insieme di parole, che consiglia o sconsiglia vivamente una struttura, è croce e delizia degli albergatori e anche dei gestori dei portali web di viaggi, anche perchè c’è chi le recensioni le produce per lavoro, a pagamento. Questo agire, ovviamente, configurando un reato, viene sanzionato da norme costruite sempre più ad hoc, tuttavia produce conseguenti e seri dubbi sulla sostanziale genuinità delle recensioni che popolano i famigerati ‘portaloni’ del turismo ‘fai-da-te’. Infatti, un velo di mistero aleggia sulle modalità di controllo delle recensioni, soprattutto quelle presenti in TripAdvisor; oggi, però, il suo senior vice presidente prodotto, Adam Madras, svela, in un’intervista pubblicata da Tnooz, come avvengono tali, peraltro strettissimi, controlli.
TripAdvisor ha tutto l’interesse di dimostrare la buona fede di chi lavora per assicurare ogni giorno un servizio onesto e trasparente, e, dice Madras, “semplicemente la volontà di riconoscere il valore del lavoro svolto dal team della content integrity”.
La squadra dei ‘fake detectors’ è composta da 300 persone e da 50 filtri automatici: la recensione passa al vaglio degli automatismi, poi, se rispetta i parametri imposti dall’azienda è pronta per la pubblicazione, altrimenti viene rifiutata subito o, nei casi che richiedono ulteriore analisi, interviene lo staff dei famosi 300 ‘content specialists’, con esperienza nel settore dell’informatica legale. Il rischio di essere preda di vandali digitali è tutt’altro che virtuale, ma il vice presidente Madras ribadisce che delle 139 recensioni che arrivano a TripAdvisor ogni minuto, pochissime siano da considerare fraudolente, anche perchè è attiva una rete di penalizzazioni che agisce da ottimo deterrente.