Siamo alle solite: il nostro Bel Paese brilla per le meraviglie artistiche, architettoniche, paesaggistiche, per l’ingegno dei suoi ricercatori (molti dei quali lavorano all’estero), stilisti, ma quando si parla di evoluzione e società digitali iniziano a suonare le dolenti note. Recentemente è stato pubblicato il nuovo indice dell’Unione Europea, che punta a stabilire quale sia il livello di “alfabetizzazione” digitale dei 28 stati membri, nonchè il livello di diffusione degli strumenti che permettano ai cittadini di entrare nel mondo digitale, cioè le connessione a banda larga. L’Italia risulta essere fanalino di coda di una classifica che vede prima la Danimarca: il nostro paese si trova in 25esima posizione, insieme agli Stati con prestazioni basse, meglio solo della Grecia, della Romania e della Bulgaria.
Il rapporto stilato dalla Commissione Europea si basa su alcuni importanti parametri che riguardano sia la quantità di tempo dedicato alle attività digitali, sia le competenze degli Europei in materia, ma anche, parametro molto importante, la possibilità di connettersi ad internet con una velocità di connessione che permetta di interagire facilmente con il sistema, per effettuare ad esempio transazioni commerciali online; alla qualità di una connessione a banda larga sono legati ovviamente la capacità delle imprese di acquisire know-how digitale e la presenza delle Pubbliche Amministrazioni in Rete.
Per quanto riguarda le connessioni internet veloci, l’Italia è all’ultimo posto, portando come dote solo il 21% di attivazioni, e il 51% di abbonamenti alla banda larga fissa. I motivi di questa “povertà” digitale sono vari, ma si potrebbe puntare l’attenzione sull’ancora persistente disinteresse verso questo tipo di soluzioni: i dati dell’indice Ue dicono che solo il 59% degli italiani usa abitualmente internet, preoccupante è la percentuale di chi non lo ha mai utilizzato, il 31%. Inoltre, i dati anagrafici fotografano una popolazione con molti anziani, che tendenzialmente non usano internet, quindi andrebbe potenziata soprattutto la richiesta, che poi plasmerà di riflesso anche l’offerta.
La mancanza di competenza digitale degli italiani provoca anche uno scarso utilizzo dei servizi web messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione, mantenendo in vita quel mondo fatto di archivi cartacei, di corridoi pieni di faldoni ingialliti dal tempo, di meandri in cui si perdono sia l’efficienza che la modernità. E’ chiaramente tempo di sensibilizzare i cittadini a metabolizzare il mondo digitale, farlo proprio: in questa classifica siamo quasi ultimi anche nella lettura sul web di notizie, ci portano al dodicesimo posto solo la musica e i giochi online.