I dispositivi cosiddetti ‘indossabili’ stanno, come da previsione, invadendo silenziosamente il nostro spazio mentale, quello riservato ai desideri tecnologici: il primo trimestre del 2015, secondo le stime di Idc, ha registrato un vero e proprio boom delle vendite di orologi e bracciali intelligenti, aumentate addirittura del 200% rispetto ai dati dello stesso periodo del 2014.
Questi dati si riferiscono agli indossabili di due aziende in particolare, cioè Xiaomi, colosso cinese stabilmente presente nella top five dei maggiori produttori di smartphone al mondo e Fitbit, compagnia produttrice di bracciali per il fitness, che vanno letteralmente a ruba e che costituiscono oltre un terzo delle vendite degli indossabili. Fanalino di coda è per ora Samsung, con poco più del 5% delle vendite.
Il grande assente è Apple, ma solo per motivi di calendario: infatti, l’Apple Watch ha visto la luce in aprile e figurerà sicuramente nelle stime del prossimo trimestre, mettendo a soqquadro, così prevedono gli analisti, il quieto mondo degli indossabili intelligenti: si stimano oltre 7 milioni di ordini per lo smartwatch della Mela, di cui 2,5 milioni già consegnati e il resto da consegnare entro la fine di giugno.
Il concetto delle tecnologie indossabili è in sè pieno di fascino, d’altronde viviamo nell’era del ‘tutto subito e addosso’, e l’idea di essere un hot spot ambulante, senziente e social oriented ad un prezzo accessibile è stuzzicante, soprattutto da quando il privilegio di pochi sta diventando, democraticamente, una possibilità per molti.