Indagini recentemente condotte sull’andamento dello shopping virtuale rivelano una percentuale significativa di prodotti nel settore dell’abbigliamento (dal 20 al 40 per cento) rispediti al mittente perché non conformi alle aspettative: troppo stretti, troppo abbondanti, non adatti insomma alla silhouette del cliente.

Perché nonostante il fatto che siti dedicati e portali siano diventati punti di riferimento per utenti più o meno esperti di internet è ancora così complicato per chi compra online individuare la taglia corretta?

  • Le difficoltà derivano in primo luogo dall’impossibilità oggettiva di provare un capo prima di effettuare l’ordine: se da un lato, infatti, attraverso internet tutto il mondo ci appare in vetrina ed è a portata di mano, dall’altro alcune componenti tangibili importanti per la scelta e propedeutiche all’acquisto (come ad esempio il camerino) in questa modalità vengono necessariamente a mancare, rendendo il processo decisionale più approssimativo e limitato alla percezione che ognuno ha di sé, senza però ricevere conferma grazie ad un reale riscontro.
  • Un altro elemento che non viene certamente in aiuto del potenziale cliente è la sostanziale difformità dei parametri che definiscono le taglie, non solo a livello internazionale (una 42 italiana diventa una 36 in Francia, per non parlare delle misure americane) ma anche tra i vari marchi, che non intendono in modo univoco le singole taglie e tendono piuttosto ad “allargarle” o “restringerle” a seconda del proprio target di riferimento.

Tutto questo però potrebbe diventare un lontano ricordo a detta degli esperti: è stato infatti messo a punto un particolare algoritmo che consente di individuare la taglia perfetta a seconda del marchio che si intende acquistare; non è quindi casuale il nome con cui è stato ribattezzato: True Fit, in italiano “taglia vera”.

Come funziona?

Segue semplicemente il funzionamento dei motori di ricerca, vedi Google e Amazon, che affinano i risultati delle ricerche sulla base delle precedenti azioni. Incrociando  i dati che emergono dalle tracce dei precedenti acquisti di ogni utente (inclusi quelli sbagliati) con le misure dei vari stilisti e grazie all’ausilio di un questionario introduttivo da compilare con tutte le misure personali è possibile ridurre significativamente le possibilità di errore.

L’efficacia di questo nuovo strumento sarebbe stata effettivamente confermata: a detta degli esperti questo sistema è in grado di predire la taglia appropriata per almeno 350 marchi mentre la percentuale di prodotti rimandati indietro dopo l’introduzione del True Fit si è praticamente dimezzata.

La notizia, lanciata dal Wall Street Journal, è rimbalzata in tutta la rete ma il servizio è stato introdotto solo in via sperimentale nei principali magazzini virtuali d’America ed è appannaggio del pubblico femminile. Per il momento quindi si dovrà ancora attendere e incrociare le dita ogni volta che si sceglie un capo di abbigliamento su internet, sperando che la taglia reale (o ideale?) sia più vicina possibile a quella virtuale.