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Anche per il 2015, l’E-commerce made in Italy rivela tutta la sua dirompente potenzialità. Abbiamo lasciato un anno costellato ancora da diffidenza, insicurezza dei consumatori, a causa di un’economia stagnante che solo oggi sembra dare segnali di tenue ripresa. Chiaramente la cattiva congiuntura finanziaria traspare dalle percentuali sconfortanti di caduta dei consumi, ma, in controtendenza, il commercio online segna vittorie importanti su quello offline, in sostanza i consumatori si fidano, acquistando beni con un oggettivo risparmio di tempo e, soprattutto, di denaro.

L’e-commerce non è una grande occasione solo per i clienti, che ad esempio trovano con facilità prodotti difficilmente reperibili attraverso i canali tradizionali di acquisto, ma lo è anche per gli imprenditori che intravedono la possibilità di ampliare esponenzialmente il proprio bacino di clientela, e allo stesso tempo di raggiungere anche i più esigenti, servendosi proprio di proposte confezionate ad hoc, che sfuggono per ovvi motivi al mercato generalista locale. Molti imprenditori, visti i numeri che sembrano non risentire come già detto della recessione economica (attualmente in Italia l’e-commerce vale più di 13 miliardi di euro), hanno abbassato le loro saracinesche “fisiche” per aprirne di virtuali, contribuendo a far registrare il 20% di crescita del fatturato complessivo con un numero di acquirenti attivi che sono raddoppiati negli ultimi tre anni.

Nonostante i numeri confortanti, siamo ancora indietro rispetto all’Europa, che è già da anni nel circuito dell’e-commerce: le imprese italiane che commerciano online sono il 6%, contro il 16% della media europea, i cittadini che comprano online sono il 17%, contro il 74% ad esempio di quelli della sola Svezia.
C’è ampio margine di miglioramento, questo è chiaro: aumenta la fiducia nel mondo online e nei pagamenti con carta di credito, reputati rischiosi fino a ieri; molte aziende decidono di approvvigionarsi online, e, non ultima, la crescente percentuale di cittadini potenziali consumatori che hanno accesso ad Internet (in Italia più dell’82% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni accede alla Rete). Quest’ultimo dato è senza dubbio il più significativo, fotografa individui consapevoli del mezzo che usano, più tecnologici, più sicuri: più accessi, più acquisti.